Magazine Cultura
Salve!
Dopo uno scarto di due settimane dal primo post, ecco che ritorna questa bella iniziativa da poco inserita nel blog. Chi ben comincia è una rubrica a cadenza settimanale -anche se io sono un po' lunatica e, come potete vedere, a volte salto sorvolo la questione ordine- ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri, e consiste nel condividere con voi lettori le prime righe dell'incipit di un romanzo che ho letto/sto leggendo/leggerò per indirizzarvi positivamente o meno verso la lettura in questione.
Il libro di cui leggerete l'incipit qui sotto è un romanzo che ho letto, divorato e amato in pochi giorni, e che consiglio assolutamente a tutti gli appassionati di fantasy, paranormal romance, distopici anche. E' stato indiscutibilmente una delle migliori letture dell'anno e spero che, leggendo, possiate apprezzarlo tanto quanto ho fatto io. Intanto, vi regalo un breve tratto dal prologo.
Tenebre e Ghiaccio (Shadow and Bone)di Leigh Bardugo
I domestici li chiamavano malenchki, piccoli fantasmi, perché erano i più piccoli e i più giovani e perché infestavano la casa del Duca proprio come fantasmi: ridacchiavano e sgusciavano velocissimi dentro e fuori dalle stanze, si nascondevano nella dispensa a origliare, entravano furtivamente in cucina per rubare l'ultima pesca dell'estate.
Il bambino e la bambina erano arrivati a qualche settimana di distanza l'uno dall'altra, altri due orfani della guerra di frontiera, rifugiati dalla faccia sporca, raccolti tra le macerie di città lontane e portati nella tenuta del Duca per imparare a leggere e a scrivere e anche un mestiere. Il bambino era basso e robusto, timido ma sempre sorridente. La bambina era diversa, e sapeva di esserlo.
Rannicchiata nella dispensa della cucina ad ascolta i pettegolezzi dei più grandi, sentì Ana Kuya, la governante del Duca, che diceva: «E' uno sgorbio, è piccola e brutta. Nessun bambino dovrebbe essere così. Pallida e acida, come un bicchiere di latte andato a male».«E tutta pelle e ossa!» sbottò la cuoca. «Non finisce mai quello che ha nel piatto.»Accovacciato accanto alla bambina, il bambino si girò verso di lei e sussurrò: «Perché non mangi?».«Perché quello che cucina sembra melma.»«A me piace.»«Tu mangeresti qualsiasi cosa.»Accostarono nuovamente l'orecchio alla fessura della porta della dispensa.Un attimo dopo, il bambino bisbigliò: «Io non ti trovo brutta».«Ssst!» fece la bambina. Ma nascosta nella fitta ombra della dispensa, sorrise.
E' incisivo, intrigante con quella sfumatura d'innocenza nell'apparire che poi, lungo il romanzo, si rivela letale. Due bambini, poveri e senza genitori, accolti da un Duca anonimo ma generoso, soggetti a commenti acidi ma non del tutto infondati... cosa potrebbero mai nascondere? Perché qualcosa di nascosto c'è, e se non è solo la dolcissima complicità che nasce tra i due -questo splendido rapporto di sostegno e comprensione di cui possiamo già trovare qui un accenno-, allora sarà qualcos'altro... ma lo scoprirete leggendo! Chi di voi l'ha letto? Se non l'avete fatto, vi ho appena dato un valido motivo per rimediare!
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