Magazine Diario personale

Chi dorme non piglia pesci

Da Maricappi
Se ad una conferenza, ad una riunione di lavoro, perchè a quella di condominio di certo non succede, ad una lezione a scuola o anche ad una cena noiosa comincia a cedere il primo velo della pupilla, siamo di fronte ad un fenomeno irreversibile: IL SONNO.
DANNATO SONNO! Che se solo si potesse ci si stenderebbe volentieri quei cinque o dieci minuti necessari a quel sonno riparatore affinchè ci faccia riprendere dal torpore impellente. Ma non si può. Così inizia un lungo calvario. Ti accorgi, e speri che nessuno dei presenti se ne accorga, ma tanto tutti se ne accorgono, che inizia a barcollarti la testa in avanti e indietro, contemporaneamente si chiudono le palpebre e tutto intorno diventa vago, ovattato, leggero, felpato. Tu speri che nessuno ti veda e continui nel tuo errare sonnolente. Ma alla prima caduta del capo ti giunge un momento d'orgoglio, ti guardi intorno per vedere se qualcuno se ne sia accorto, ma i presenti che sono più svegli di te e hanno riflessi più veloci fanno finta di niente, ti scrolli dal dormiveglia, magari ti dai un pizzicotto sulle guance sperando che quel sussulto di dolore possa destarti dal torpore. E invece no, la tua testa continua imperterrita a dondolare avanti e indietro, ma cerchi di adagiarti sul davanti con un libro aperto, un quaderno, così pensi che loro pensino che tu stia leggendo ed i tuoi occhi cominciano nuovamente a socchiudersi. CHE BELLEZZA! Nel favoloso mondo ovattato senti quelle voci in lontananza e non te ne importa assolutamente nulla, non riesci nemmeno a immaginare un luogo fisico ma soltanto silenzio in un deserto di puro sonno.

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