Di Giuseppe Timpone il 21 ottobre | ore 12 : 02 PM
La notizia della nomina di Ignazio Visco, attuale vice-direttore di Bankitalia, a governatore ha spiazzato proprio tutti. Non certo per le sue indiscusse qualità professionali, quanto perchè era considerato un outsider fino a ieri pomeriggio. Ma la lettera che il premier Berlusconi ha inviato al componente anziano del Consiglio superiore della Banca d’Italia, chiamato anche il “Senato” di Palazzo Koch, ha fatto davvero piacere a quanti si attendevano una scelta interna.
Ignazio Visco lavora, infatti, alle dipendenze della Banca d’Italia sin dall’età di 22 anni. Nato nel 1949 a Napoli, egli studiò nella Capitale e dopo essere entrato in Bankitalia ebbe la possibilità di completare il suo percorso di studi all’Università della Pennsylvania. Nel 1990, fu nominato dall’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi a capo del servizio studi. Poi, quando nel 1993 arrivò in Via Nazionale Antonio Fazio, i suoi rapporti con il nuovo governatore non furono buoni, tanto da approfittare della nomina per un ruolo nell’OCSE, a Parigi, per lasciare temporaneamente Roma.
Tornato in Italia, tuttavia, Fazio non gli assegnò alcun altro incarico. Fu solo con l’arrivo di Mario Draghi nel 2005 che ebbe la nomina di direttore della ricerca economica, nonchè più tardi assunse la carica di vice-direttore generale.
Con la nomina di ieri, quindi, si corona un’ottima carriera professionale, al servizio di Bankitalia. Le prime reazioni della stampa internazionale sono positive, perchè se ne sottolineano le qualità di uomo non di parte, una rarità in Italia.
Da un punto di vista politico, poi, viene considerato un liberista, anche se attento soprattutto all’istruzione, quale punto fondamentale per la crescita di un Paese e per evitare che in Italia i figli continuino ad essere costretti a fare il lavoro del padre, aldilà delle proprie qualità personali.
Freddezza è giunta solo da parte della Lega Nord, anche se il ministro delle riforme, Roberto Calderoli, ne ha sottolineato le qualità professionali e lo “spirito padano“.