Oggi non è il giorno migliore per celebrare il Napoli, visto l'inopinato pareggio al centocinquantesimo minuto subito ieri. In più, io sono tifoso della Roma e me ne dovrebbe fregare il giusto.Ma è un po' di tempo che ci penso su. L'ottimo campionato di Lavezzi & Co. mi ha fatto tornare alla mente la magia pura dell'icona di questa squadra (e di un'intera città).
Maradona, inevitabilmente.
Perchè è così, sarà stato pure mezzo matto e cocainomane, ma resta tuttora il più grande genio del pallone. E chiunque ami il calcio non può negarlo. Moralismi e giuste condanne a parte, per come spesso si è comportato.
Mi è venuta voglia di godermi quelle magie. Il calcio che guizzava dagli stadi, perforava lo schermo di Novantesimo minuto (quello di Paolo Valenti) e arrivava dritto dritto al cuore.
Chissà se i nuovi idoli del S. Paolo, i vari Hamsik, Denis e compagnia, si rendono conto dell'ombra gigantesca che trascinano con sè ogni volta che segnano ed esultano davanti al pubblico napoletano. E dei fremiti di speranza che suscitano, ad ogni esplosione di curva.
Semplicemente la speranza di rivivere certe magie, forse irripetibili.