Reblogged from Giacomo Fiaschi Tunisia 2011. La Rivoluzione. E poi?:
Chi ha assassinato Chokri Belaïd?
Chokri Belaïd, avvocato e segretario generale del Movimento dei Patrioti Democratici, una formazione di sinistra all’opposizione, stava uscendo di casa, nel quartiere del Menzah VI, per recarsi al lavoro. E’ stato fermato da quattro pallottole, alla testa, alla nuca, al cuore e alla spalla. E’ deceduto pochi istanti dopo in una clinica di Ennasser, dove era stato immediatamente trasportato dopo l’attentato.
Chokri Belaïd non è mai stato tenero né con il partito Nahdha né con il governo. Il suo modo di esporre e di argomentare in pubblico era altrettanto aggressivo quanto mite e scherzoso in privato. Lo avevo incontrato per caso all’autogrill di Grombalia qualche settimana fa e ci eravamo salutati scambiando le solite battute fra amici che, pur pensandola in modo diametralmente opposto, non rinunciano al piacere di prendere un caffè insieme prendendosi amabilmente in giro.
La nostra amicizia risaliva a un paio d’anni or sono, nell’aprile del 2011, quando, in occasione del congresso del partito di cui era segretario generale, avevo realizzato un breve servizio filmato in lingua italiana, successivamente pubblicato nel mio canale youtube. Mediatore dell’incontro era stato Daly, un amico fraterno e membro del suo partito. E’ stato proprio Daly, ieri mattina, a darmi la notizia dell’attentato con la voce rotta dal pianto.
Un attentato, quello di cui è stato vittima Chokri Belaïd, che si presenta con le caratteristiche tipiche di quelli ai quali ci avevano abituati, negli anni di piombo, i terroristi delle BR e, in qualche modo, più recentemente, i camorristi nostrani.
Due criminali, un killer professionista ben addestrato nell’uso delle armi da fuoco e un complice che lo attende in moto per fuggire subito dopo il “lavoro”, probabilmente con un biglietto d’aereo in tasca entrambi.
Tutte le ipotesi sono valide. Nessuna esclusa. Personalmente ritengo che la più probabile sia quella di un omicidio deciso “a freddo”, che non ha nulla a che fare con la battaglia politica interna. Qual è l’obiettivo che si sono posti i mandanti di questo omicidio? Non ne vedo altri se non la destabilizzazione del già precario equilibrio sul quale poggia l’attuale quadro istituzionale provvisorio del paese. Questo assassinio rischia, oltretutto, di vanificare il lavoro di un’Assemblea Costituente già indebolita da un eccesso di lotta politica al proprio interno. Il pericolo è che non si giunga ad ottenere una Costituzione in tempi sufficientemente rapidi per arrivare ad elezioni politiche e presidenziali che mettano, finalmente, al riparo il Paese dal rischio di una nuova dittatura.
E allora, alla domanda “chi c’è dietro alla mano omicida che ha stroncato l’esistenza di Chokri Belaïd?” la risposta non può essere che una: chi ha interesse a destabilizzare il Paese, e nessuna formazione, nessun movimento politico attualmente in campo può avere questo interesse. Ma, a questo proposito, conviene ricordare che le mani su questo paese, per oltre un secolo, non è stata solo la politica di chi l’ha governato, o ha fatto finta di governarlo, ad avercele.