Un articolo del Guardian (Dolls to match your daughter) presenta in modo critico alcune bambole presenti sul mercato inglese e americano. Alle riflessioni dell’autrice, che in parte condivido, vorrei aggiungerne una personale. Queste bambole vengono personalizzate-o meglio, rese ‘fotocopie’ abbastanza veritiere delle bambine cui sono destinate. Colore della pelle, capelli, vestiti.
Un aspetto interessante sarebbe stato quello di creare bambole di tutti i colori, come sono sempre di più i bambini oggi, spesso figli di coppie miste, con pelle scura e occhi chiari, e viceversa. Secondo i dati Istat (rilevazione 2004-2009), in Italia, ad esempio, in dieci anni i matrimoni tra stranieri e italiani si sono triplicati e il numero dei bambini nati da coppie miste è in forte aumento.
L’aspetto inquietante di questa campagna, a mio avviso, è quello di proporre ad ogni bambina (e solo alle bambine!) la bambola che le somiglia, una ‘Mini-me‘. Se è vero che il razzismo ha radici antiche e che è stato spesso sostenuto e non ostacolato dalle Leggi (ad esempio, per gli USA), è anche vero che molte pratiche continuano a rafforzarlo.
Vorrei poter vedere una foto simile a quella in alto, ma in cui le bambine si fossero scambiate le bambole (e magari tutte si fossero cambiate l’abito!)
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