Chi osserva la cometa?

Creato il 16 giugno 2014 da Media Inaf

Qualche giorno fa, twittava con entusiasmo “oggi, 300.000 km tra me e #67P!”. Rosetta si sta avvicinando a grandi passi al suo target finale e nel frattempo, sulla Terra, la comunità di ricercatori astronomi e astrofili che segue il suo viaggio si sta dando un gran da fare per contribuire alla missione europea, organizzando una campagna serrata di osservazione della cometa da Terra ed invitando tutti gli appassionati a partecipare o seguire in diretta.

Così, mentre gli strumenti di Rosetta hanno già raccolto le prime immagini della cometa in avvicinamento, molti telescopi terrestri sono puntati sullo stesso oggetto celeste inquadrato dalla sonda ESA. Come sempre, le osservazioni da terra sono fondamentali nelle scienze planetarie perché assolvono due compiti essenziali: da una parte forniscono un punto di vista globale e complementare alle osservazioni locali che possono essere raccolte in situ dagli strumenti a bordo di una missione spaziale (orbiter e lander). D’altra parte, permettono di confrontare il corpo osservato da vicino con altri corpi della stessa tipologia. Questo secondo concetto è particolarmente importante nel caso delle comete, visto che solo pochissime di loro sono state e verranno visitate da missioni spaziali e solo per periodi parziali della loro evoluzione.

Per questi motivi, a supporto di ESA e del team scientifico della missione, è in corso una campagna professionale che coinvolge oltre 70 astronomi e utilizza i principali telescopi terrestri per seguire 67P/C-G nel suo viaggio intorno al Sole, scattando immagini per misurare dimensione e forma del nucleo cometario e monitorare l’evoluzione della sua attività. Al momento la cometa è ancora poco brillante e visibile solo dall’emisfero sud e le immagini che hanno catturato l’attenzione sono state prodotte dai più grandi telescopi terrestri: come l’immagine del 28 febbraio scorso del VLT di ESO in Cile, o le più recenti immagini del telescopio TRAPPIST dedicato all’inseguimento di comete sempre dal Cile, e del Nordic Optical Telescope, dalle Canarie.

In attesa degli scatti professionali che nei prossimi mesi si aggiungeranno a quelli già disponibili, anche la comunità dei non professionisti è invitata a partecipare a questo sforzo internazionale. Gli astrofili hanno due opportunità: possono osservare con i loro strumenti per periodi più lunghi, senza dover competere per il prezioso tempo osservativo dei grandi telescopi. Dispongono di una rete di punti di osservazione globale che può reagire in tempo reale al comportamento di una cometa, oggetto celeste imprevedibile e capriccioso.

L’immagine di 67P/C-G catturata dall’astrofilo australiano Peter Lake, il 22 Maggio 2014, iTelescope.net, da Siding Spring.

Come per molte altre sue colleghe, anche 67P/C-G ha i suoi fans che la immortalano fin da prima che la cometa venisse scelta come target scientifico della missione Rosetta. Malgrado sia ancora poco visibile in cielo, è già comparso il primo scatto realizzato nel 2014 da un astrofilo, catturato il 22 Maggio in Australia da Peter Lake con uno strumento robotizzato del iTelescope.net (ecco le immagini pubblicate su youtube). A questa prima, si stanno rapidamente aggiungendo altre osservazioni non professionali, sempre realizzate dall’emisfero sud. Bisognerà aspettare l’anno prossimo perchè la cometa diventi visibile anche nei nostri cieli e l’invito possa essere raccolto dagli astrofili europei ed italiani.

Nell’attesa, Padma A. Yanamandra-Fisher, il coordinatore delle attività amatoriali per 67P/C-G (e Senior Research Scientist dell’americano Space Science Institute) lancia un invito dal Blog di Rosetta: “chiunque osservi 67P/C-G può proporsi per aiutare il team a monitorare l’attività cometaria e cimentarsi in misure spettroscopiche. Per farlo, può contattarci su Twitter a @ProAmAstronomy o partecipare al nostro gruppo PACA_67P che riunisce gli sforzi attuali e passati di professionisti e astrofili e fornisce informazioni e consigli su come partecipare a questo sforzo internazionale.”

Per saperne di più:
Il post sul Blog di Rosetta

Fonte: Media INAF | Scritto da Livia Giacomini


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