Non ho mai compreso fino in fondo la differenza tra emozioni e sensazioni; sarà perché entrambe mi solleticano dentro?
Un mio insegnante ai tempi delle lontane scuole medie amava ripetermi che mi dovevo lasciare andare; che dovevo lasciare che le mie sensazioni mi vibrassero dentro diventando emozioni. Già, un po’ come se la mia anima dovesse funzionare come la cassa di risonanza di uno strumento…
Fu così che la mia arcigna perfezione si tramutò ben presto in contestazione, e poi- quando l’epoca delle grandi rivoluzioni passò- tutto questo trambusto interiore lasciò spazio a una grande caduta di autostima.
Non ho mai compreso fino in fondo cosa volesse dire quel suo ‘lasciarsi andare’; probabilmente anche nei frangenti più intimi della mia vita personale non ci sono mai riuscita davvero; e inizio a pensare che questo sia un male.
Forse, se l’avessi ascoltato, il bilancio della mia vita oggi sarebbe un tantino migliore…
A volte mi dico che mi piacerebbe incontrare nuovamente questa persona e dire delle cose che penso comprenderebbe molto bene, anche a distanza d’anni (forse perché fa proprio il mio stesso mestiere. Anzi no, sono io che faccio il SUO mestiere!); mi è capitato per le mani il suo indirizzo e-mail, per alcune probabili attività da svolgere a scuola con delle associazioni di cui fa parte… e mi era venuto quasi lo schiribizzo di scrivere due righe; ma poi le ho cancellate. Eppure questa idea balzana non mi è passata; io credo che troverei la porta aperta, e che sarebbe come ritrovare un amico dopo tanti anni; e condividere il percorso che ho fatto con chi lo aveva già immaginato in nuce, dentro i miei occhi ancora troppo piccoli per vedere e per sporgersi senza una guida sul futuro…
Se io ascoltassi il consiglio che mi diede quel giorno, lascerei scorrere dentro me questa emozione e la lascerei percorrere la mia vita così com’è, scrivendogli queste cose… ma non riesco ancora a impedirmi di tarparmi le ali proprio mentre forse sto spiccando il volo.