Chiamarsi francesco

CHIAMARSI FRANCESCO

Tra le varie sorprese che questo nuovo papa ha portato in vaticano, forse la più bella è quella di chiamarsi Francesco, come il patrono d’Italia e come il giullare di Cristo. Così Dario Fo definì Francesco d’Assisi.

Ma le sorprese o le novità che si possono recepire, fin dai primi momenti, in questo nuovo pontefice, sono molte. E’ il primo a chiamarsi Francesco, è il primo latino-americano, è il primo gesuita, è il primo che non ha indossato, al momento della presentazione, la mantellina rossa, è il primo che non ha messo al collo la croce dorata con pietre preziose, ma ha mantenuto una semplice croce di metallo, è il primo che si è inchinato al popolo per chiedere una preghiera, è il primo che ha gesticolato pochissimo salutando la gente in piazza  ma è rimasto dritto, impalato con le braccia abbandonate ai fianchi in segno di umiltà o di rassegnazione, è il primo papa per cui le campane di San Pietro hanno cominciato a suonare quando ancora c’era la fumata bianca e non si sapeva chi fosse come persona, è il primo che si è presentato alla folla e ha salutato la gente come fosse uno di loro, con un semplice e francescano”buona sera”.

Nella sua prima uscita dal vaticano, alla mattina presto del giorno dopo, si è recato in Santa Maria Maggiore senza la macchina “blu” ufficiale, con indosso le sue scarpe nere anche un po’ vecchiotte, ed ha offerto un semplice e piccolo mazzo di fiori, alla Madonna.

Ognuno di noi se ne farà un’opinione strada facendo, ma questi primi atti, a mio avviso, danno l’immagine di un rovesciamento totale del modo di fare curiale, spettacolare e gerarchico che si è visto negli ultimi tempi, in Vaticano.