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Chiara,sarah,yara,melania…e un terribile destino in comune

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Qualche giorno fa girando su internet per notizie di cronaca mi sono scontrata con una di quelle notizie raccapriccianti; se avessimo visto una situazione del genere su qualche social-network avremmo commentato semplicemente “ok è qualche stupido troll” ma quando accadono nella realtà ci sono poche parole per commentare o giustificare vicende così sconcertanti.
Tornando alla notizia, due domeniche fa alla stadio di Garlasco alcuni tifosi hanno intonato il coro di una macabra canzonetta :

“Alberto salta il cancellino, uccidi Chiara con il coltellino“

Per rinfrescarci la memoria torniamo nel 2007 precisamente nell’agosto di quell’anno, una ragazza di 26 anni di nome Chiara venne trovata priva di vita nella casa dove viveva con i suoi genitori (in quei giorni fuori città), dal fidanzato Alberto Stasi.
Chiara era una ragazza semplice, tranquilla,dalla vita irreprensibile, frequentava pochissime persone, proprio per questo unico indagato fu proprio il suo fidanzato, che era stato l’ultimo a vederla e accompagnava il tutto con una serie di cose dette e non dette o mezze verità, ma dichiarato non colpevole (dalla legge) nel 2009 in mancanza di prove sufficienti.
Una canzone come quella in un paese come il nostro fa doppiamente male, un paese dove il tasso di femminicidio ha raggiunto cifre spaventose, solamente nel 2010 sono state 127 le donne ammazzate per mano di uomini, mariti,fidanzati,ex o compagni, e proprio in questi ultimi mesi sono accaduti i fatti più raccapriccianti, quelle notizie che ti lasciano un senso di amaro e di impotenza, accompagnato al senso di rabbia verso chi fa indagini e da notizie in modo sbagliato, cercando ogni volta, quasi di giustificare il gesto di chi l’ha compiuto.
Negli ultimi mesi tre donne giovani e giovanissime sono state ammazzate per mano di non si sa chi e per quale motivo (credo che non ci sia mai un buon motivo per privare un essere umano della propria vita), ammazzate, spogliate e abbandonate come vecchi stracci in boschi o pozzi, come se la loro vita valesse poco meno di zero.
Ricordiamo Sarah, ma non voglio dilungarmi sulla vicenda già trita e ritrita, voglio più che altro commentare come l’abbiano ammazzate due volte, come in Italia quando una donna subisce violenza o viene ammazzata, per l’opinione pubblica è sempre un po’ colpevole.
Hanno scavato nella vita di una quindicenne come tante, nei suoi diari, nei suoi cellulari e nei suoi profili facebook, perchè nel nostro paese infondo si è giudicati dal numero di cellulari posseduti (ovviamente questo solo per quanto riguarda le donne),hanno ipotizzato la fuga volontaria e quando gli italiani non sanno più che balla uscire dalla loro bocca provinciale, escono la solita storiella dell’extra-comunitario cattivo, che proprio in quel momento passava di lì, ti prende, ti rapisce e ti ammazza, ma proprio la mamma di Sarah, con chiarezza e semplicità disse “indagate sulla famiglia”, una donna forte, criticata sin dall’inizio e considerata fredda, ma che come pochi aveva capito tutto, una donna che dell’onore e delle voci di paese se n’è fregata altamente, pur di aiutare le indagini e ritrovare sua figlia.
Stessa identica cosa accade negli ultimi giorni con Melania Rea, tutti ormai sappiamo la vicenda. Stesso procedimento su di lei, inizialmente si ipotizza la fuga volontaria, il conto dei cellulari posseduti, colpevolizzandola anche del suo aspetto fisico che forse aveva provocato il piacere e il desiderio di qualcuno, che l’ha seguita fin lì ed ammazzata, il tutto accompagnato da un’omertà familiare che fa credere all’immagine della famigliola del mulino bianco, della coppia perfetta tutta “amò” e cuoricini, ma purtroppo quasi sempre la realtà è ben diversa da quella che si racconta pur di non intaccare l’onore, l’immagine che la famiglia della ragazza e tutto il paese aveva raccontato sul rapporto tra lei e il marito, si sono sbriciolate riducendosi in polvere, perchè il marito così perfetto non lo era, e infondo non è di certo l’uomo che nessuna di noi spera di avere al suo fianco nemmeno per un periodo figuriamoci per tutta la vita.
In Italia,la patria del Vaticano che ogni giorno ci professa il valore della vita (ma questo ovviamente solo per ostacolare l’aborto e l’eutanasia) , l’onore della famiglia e le voci di paese contano più di una vita, e per paese non intendo solo le piccole province meridionali ma l’Italia per intero, e questo comportamento provinciale e borghese spesso viene ahimè proprio dalla famiglia della vittima, che invece di aiutare le indagini e avere giustizia affinchè quella tragedia non accada più a nessuna donna, pensano male di nascondere e tacere pur di salvare l’immagine e le apparenze.
Dopo queste vicende sempre di più mi rendo conto quanto noi donne siamo sole, e troppo spesso dimenticate per mentalità sbagliata anche da persone del nostro stesso sesso.



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