Fuori Tg affronta la tematica che più preoccupa gli italiani, nonostante gli incoraggiamenti del Presidente Monti che ci assicura che la ripresa arriverà nel 2013, la disoccupazione aumenta e le previsioni ci dicono che il prossimo anno sarà nero per il mercato del lavoro. Quale futuro si disegna per i giovani e non, in cerca di occupazione?
L’economia dà deboli segnali di ripresa, anche se restano forti incertezze, ma nonostante questo il tasso di disoccupazione è destinato ad aumentare. I mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a indebolirsi. Il paradosso Fornero e della sua riforma è concentrato nei numeri, il tasso di disoccupazione si è mosso al rialzo. Nel 93% delle piccole aziende si è bloccato l`avvio di contratti a progetto. Il blocco si è registrato anche nelle grandi aziende per il residuo 7%. Inoltre il 54% dei lavoratori a chiamata, dopo la fine del periodo transitorio, non vengono riconfermati in quanto i loro contratti sono incompatibili con la nuova legge. I dati delle indagini segnalano ulteriori sviluppi negativi nel prossimo futuro.
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Ma come sta andando realmente la riforma, se ne discute in studio con la sociologa Chiara Saraceno e con il giornalista Federico Fubini.
Le nuove norme stanno favorendo o complicando la situazione lavoro?
Non c’è alcun progresso sul mercato del lavoro. Anzi no, si muove qualcosa, ma in negativo. Purtroppo una riforma nata con le migliori intenzioni, ha finito per diventare totalmente inutile. O meglio persino controproducente, obbligando le aziende a norme che non rendono facile assumere come risulta da esperti e interviste. Insuccesso colossale. Maria è una delle tante lavoratrici che ha scoperto che le nuove regole che avrebbero dovuto tutelarla, in realtà mettono in atto un meccanismo complesso che non è visto di buon occhio dai datori di lavoro. In questo momento è sotto ricatto ed è per questo che la sua voce è camuffata come il suo nome fittizio. Ma come Maria molti altri dipendenti vivono nel ricatto, imbrigliati in una riforma che ” non ha creato posti di lavoro – Chiara Saraceno – che avrebbe dovuto regolamentare i rapporti di lavoro in essere ma, nonostante le promesse di partenza non è riuscita nell’intento, anche perché i datori di lavoro non hanno investito in produttività ma, hanno sfruttato tutte le pieghe della riforma per utilizzare i contratti meno onerosi per loro e che danno meno garanzie ai lavoratori”. ” La riforma del lavoro si è persa – Federico Fubini – ed è uscito qualcosa che non è utile a nessuno”.
Risulta chiaro che per uscire dalla crisi riveste importanza cruciale agevolare le attività imprenditoriali, la nascita di nuove imprese e la creazione di posti di lavoro ma, l’Italia è chiusa in un immobilismo che costringe a guardare altrove, per esempio la Germania che sta offrendo formazione professionale, lavoro e stipendi più alti.
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Dunque stiamo dicendo addio a una buona quota imprenditiva, quella con più capacità di adattamento. Riprendiamo le strade battute dai nostri nonni, per le stesse ragioni. Perdiamo risorse, li mandiamo via, perché non offriamo nulla. Tanti, troppi i disoccupati e gli inattivi o meglio, gli scoraggiati. I nostri giovani in fuga dalla crisi, hanno perso la speranza e cercano un futuro altrove.