Chimica nel piatto part I: dai Plasmon alle mense per bambini

Creato il 04 dicembre 2011 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

dai Plasmon alle mense per bambini

Plasmon vs Barilla 3 – 0; secco il risultato, è una legale analisi comparativa! Dal Corriere della Sera la notizia ha tempestato i blog. Molti contestano il fatto che comunque anche i prodotti Plasmon non hanno residui zero, però stanno dentro i limiti di leggi nate per garantire i baby food. I “Piccolini Barilla” sono, a mio avviso, un caso di “denominazione fuorviante” che lascia sottintendere una destinazione d’suo di quella pasta (per i bambini), quando in realtà non è dichiarato come alimento per l’infanzia e quindi non deve sottostare ai limiti disposti per i baby food. E se vogliamo, anche le varie réclame del Mulino Bianco lanciano il messaggio di prodotti realizzati per i più piccoli.  Tra l’altro questo blog, quasi un anno fa, dopo un’inchiesta di Altroconsumo, ha largamente parlato dei “piccolini” Barilla (qui) e della grave problematica delle micotossine nei grani (qui). Sui blog ho letto diverse discussioni e in particolare mi ha appassionato quella del “pastonudo” con relativi commenti (qui), tra gli altri, del Prof. Giannattasio (docente, medico e praticante-divulgatore di biodinamica e prodotti biologici) e di Dario Bressanini, chimico, ricercatore ed appassionato di cucina, oggi tra i più autorevoli food blogger. Un pò tutti criticano questo tipo di pubblicità comparativa per il semplice fatto che diventa una gara tra il peggio e il meno peggio. Quindi il match diventa a tre, entrano in gioco anche i prodotti biologici. Ma andiamo per gradi. Appurato che Barilla produce pasta e prodotti da forno (Mulino Bianco) con materie prime comprate dal mercato, non ha le credenziali e tanto meno le caratteristiche qualitative per fare pasta per bambini.  I prodotti destinati all’infanzia devono essere realizzati secondo requisiti di composizione nutrizionale e tossicologica ben precisi e gli stabilimenti o laboratori destinati a produrre questi baby food devono rispondere al decreto legislativo n. 111 del 27 gennaio 1992, in cui è stata recepita la direttiva Cee 398 del 1989. Il decreto regola quei prodotti destinati a un’alimentazione particolare (Adap), quali prodotti dietetici e prodotti specifici per bimbi da 0 a 3 anni. Con questo decreto e con le altre misure specifiche (DPR 128 per i baby food a base di cereali) si garantisce la formulazione nutrizionale degli alimenti per l’infanzia (per esempio si dispongono limiti per i grassi e soprattutto per i residui di pesticidi e altre sostanze chimiche) che, solo se rispondono ai punti contenuti nel provvedimento, possono contenere in etichetta un riferimento specifico all’età di consumo. Nel decreto si ribadisce, inoltre, che produzione e importazione di questi alimenti sono soggetti all’autorizzazione del ministero della Sanità. in tutto questo Barilla non è conforme!

Plasmon è un’azienda italiana nata nei primi del 900 e nel ’63 fu acquisita dalla H.J. Heinz company di Pittsburgh (Usa), tutt’ora proprietaria del marchio. Nel 1981 Plasmon fu travolta dallo scandalo dei vitelli ingrassati con gli estrogeni insieme ad altre industrie europee, contribuendo a deprimere il mercato degli alimenti per l’infanzia. Nello stesso anno, per rispondere al bisogno crescente di qualità e sicurezza totale degli alimenti per l’infanzia, Plasmon vara il progetto Oasi Ecologica Plasmon. Si tratta di un sistema di controllo dell’intero processo produttivo basato su: ricerca e identificazione dei problemi relativi alla produzione delle materie prime; selezione delle aree di coltivazione e delle strutture di allevamento nonché stipula di veri e propri accordi con i produttori; verifica da parte dei veterinari e degli agronomi Plasmon degli standard di sicurezza; analisi di laboratorio e certificazione di filiera e di prodotto. Oggi il Programma Oasi, in Italia e all’estero comprende oltre 1.000 unità produttive rappresentate da aziende agricole di frutta, verdura e cereali, da allevamenti di bovini, ovini, suini, equini, avicoli, cunicoli e di pesce e da latterie. È in Francia, ad esempio, che Plasmon compra grano che ben si integra con altre varietà coltivate nelle Oasi in Italia, per consentire la messa a punto della miscela di farine ottimale. La banane invece sono coltivate in piantagioni del centro e sud America dove le particolari condizioni climatiche riducono le possibilità di patogeni, quali la sigatoka negra, un fungo parassita che affligge la maggior parte dei bananeti. È invece in Irlanda che Plasmon, ha individuato acque esenti da contaminanti ambientali pericolosi, capaci di soddisfare i rigidi requisiti qualitativi per l’allevamento dei salmoni. I bovini, i manzi e i vitelli vengono allevati invece in Brasile e in Italia. I partner di Plasmon hanno l’obbligo (per ciascuna coltivazione) di redigere il “quaderno di campagna” per la registrazione dei prodotti e dei concimi impiegati, sia in termini cronologici che quantitativi, e la “scheda di stalla” con i dati di allevamento degli animali, con riferimenti dettagliati delle eventuali terapie e vaccinazioni effettuate.

Io non ho mai avuto il piacere di lavorare per Plasmon, ma questo è quello che fanno (nel rispetto delle leggi per gli alimenti per l’infanzia) e che molti altri non fanno. Ma questo riguarda i bambini da 0-3 anni. E se hai più di 3 anni? Puoi mangiare come i grandi? Certo che no, e il problema reale è proprio questo:  per esempio, nelle mense scolastiche non danno certo da mangiare i prodotti Plasmon!

Chimica nelle mense dei bambini

Più di un terzo dei piatti analizzati in un’indagine di Altroconsumo realizzata nel corso di quest’anno, contiene residui di antiparassitari (source). Sono stati analizzati 40 gruppi di pietanze di 10 scuole primarie: ben 15 di questi sono risultati contaminati da residui di antiparassitari.  A Genova è stata rilevata la presenza contemporanea di due pesticidi, di cui uno vietato, nello stesso pane (presenza di Diclorvos nei campioni di pane. L’utilizzo di questo pesticida non è consentito in Europa). I limiti di legge in generale sono rispettati, solo una minima parte delle derrate risulta contaminata in quantità superiore ai limiti. Ciò detto, resta il problema dell’effetto cocktail. In pratica, a preoccupare è la dove i bimbi sono più vulnerabili, quindi a scopo cautelativo sarebbe auspicabile che le mense scolastiche servissero bio almeno la frutta e la verdura, alimenti spesso contaminati da pesticidi, come questa inchiesta ha dimostrato. La presenza contemporanea di più pesticidi sullo stesso alimento, anche quando sono tutti sotto i limiti di legge, significa potenziare l’effetto dell’altro e viceversa. I campioni ortofrutticoli analizzati nel 2009 dal Ministero evidenziano il problema: il 20% degli alimenti contiene più di un principio attivo contemporaneamente. Sono sette gli antiparassitari trovati nelle mense dell’inchiesta, tutti sempre al di sotto dei limiti di legge. Fatta eccezione per il Diclorvos, vietato dalla Comunità europea.

Trovato il Boscalid, utilizzato come fungicida. Secondo gli studi, la presenza di suoi residui sugli alimenti non ha effetti negativi per l’uomo. La Dose giornaliera considerata accettabile (DGA) è di 0.04 mg/kg di peso corporeo, soglia che difficilmente si supera con i residui presenti negli alimenti. Clorprofam, è utilizzato in Europa per evitare la germogliazione delle patate dopo la raccolta. Non è a rischio per l’uomo se assunta per via alimentare perché la DGA di 0.05 mg/kg non viene mai raggiunta. Diclorvos è un acaricida e insetticida, utilizzato per trattare i cereali dopo il raccolto. La Commissione europea ne ha però vietato l’utilizzo. Infatti, i dati tossicologici presentati sono stati ritenuti insufficienti per escludere eventuali rischi. Non è stata quindi definita una DGA. L’Imazalil è un fungicida utilizzato per proteggere dalle muffe gli agrumi dopo la raccolta. È tossico per inalazione e irritante per gli occhi e non è escluso che possa essere tossico per il fegato. La presenza di residui sugli alimenti non rappresenta un rischio, anche se mangiando pompelmi o arance i bambini potrebbero assumere una quantità pari alla DGA (0.025 mg/kg). Pirimetanil è un fungicida utilizzato per proteggere dalle muffe le mele, le uve destinate alla produzione del vino e le colture di piselli. La DGA è di 0.17 mg/kg peso corporeo. Studi evidenziano potenziali rischi tossici negli animali, ma non nell’uomo. Pirimifos Metile è un acaricida e insetticida utilizzato per il trattamento dei locali di stoccaggio dei cereali. Esiste una limitata evidenza cancerogena di questa sostanza. Gli studi disponibili hanno dimostrato che i bambini possono superare la DGA (0.004 mg/kg), soprattutto se è elevato il consumo di cereali e pane integrale. Tiabendazolo è un fungicida utilizzato per proteggere frutti e patate dopo la raccolta. Non risulta avere effetti negativi per la salute dell’uomo. La DGA è 0.1 mg/kg.


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