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Chiusi gli stati generali della bicicletta e della nuova mobilità: #salvaiciclisti

Creato il 08 ottobre 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Si sono chiusi gli stati generali della bicicletta e della mobilità nuova.

Chiusi gli stati generali della bicicletta e della nuova mobilità: #salvaiciclisti

Un evento nazionale promosso da Anci, Legambiente, Fiab e #salvaiciclisti con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia e l’adesione della Presidenza della Repubblica, per parlare di mobilità nuova, ciclabilità e qualità urbana, ma soprattutto per dar vita a cambiamenti concreti basati su impegni vincolanti per le amministrazioni.

Agli Stati generali di Reggio hanno partecipato più di 500 persone, iscritte formalmente ai lavori, provenienti da tutta Italia e rappresentanti del ministero dell’Ambiente e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Dopo l’esperienza positiva del 5 e 6 ottobre si sta già pensando a farlo diventare un appuntamento permanente con cadenza annuale.

L’evento era organizzato in cinque aree tematiche, normativa, organizzazione della mobilità urbana, governance, cultura ed educazione alla mobilità sostenibile e reti ciclabili.

L’esigenza di mettere in campo politiche per una mobilità nuova, a partire dai contesti urbani, secondo gli organizzatori della due giorni reggiana è diventata inderogabile.

E sono i dati a confermarlo.

L’Italia è il Paese europeo con la più alta densità di automobili: 36 milioni di auto, il 17% dell’intero parco circolante in Europa, a fronte di una popolazione pari al 7% di quella del continente.

Il traffico veicolare assorbe l’1% del Pil in inefficienza e il 2% se ne va per i costi dell’incidentalità, senza contare i costi in termini di vite umane e gravi infortuni.

Anche in tema di trasporto pubblico siamo fanalino di coda in Europa. Il rapporto con fra trasporto pubblico e privato a Roma è 28 a 72.

La proporzione è inversa nelle altre capitali del vecchio continente: a Londra è 50,1 a 49,9, a Parigi 63,6 contro 36,4, a Berlino 66 a 34, a Barcellona 67 contro 32.

Al termine dei lavori sono emerse delle linee guida, poi raccolte in un libro di impegni per le amministrazioni di ogni livello.

Nel dettaglio la prima bozza di proposte del libro di impegni uscito dall’assise

Ecco una prima sintesi del documento dal blog http://bicisnob.wordpress.com/2012/10/07/dagli-stati-generali-la-visione-di-una-societa-post-automobilistica/:

  • per Territori e Paesaggi di qualità, curati e presidiati, attrezzati per la mobilità dolce;
  • per Città di persone, libere dalle auto, più sicure, sane, belle, vissute;
  • per una Mobilità sostenibile, più efficiente, intelligente e funzionale;
  • per i Pedoni e i Ciclisti, da mettere al centro della mobilità urbana;
  • di innovazione sociale: visioni, progetti, decisioni, che siano condivise e che attingano dalle comunità.

In che Direzione:

  • verso un target 20-20-20 della mobilità (intese come percentuali di ripartizione modale, tra bici, pedoni, trasporto pubblico locale-Tpl), come obiettivo medio nazionale, ma per il quale ogni città dia il proprio contributo, andando anche oltre;
  • verso un target Zero incidenti in ambito urbano puntando a dimezzare subito morti e feriti tra pedoni e ciclisti;
  • verso i 30 km/ora in ambito urbano con eccezione della viabilità principale o di ambiti definiti, la cui definizione sia responsabilità dei Piani locali;
  • verso i 20.000 km della rete ciclabile nazionale (di cui 6.000 di EuroVelo)

Come. Le strategie:

  • ridisegno degli spazi e delle strade e nuovi quartieri Car free, ai fini della moderazione del traffico e della convivenza tra diversi modi di muoversi;
  • progettazione e attivazione di servizi integrati e innovativi per una città amichevole che incoraggi il passaggio dall’auto in proprietà a sistemi integrati di mobilità, ad esempio: parcheggi bici-Tpl, stalli, parcheggio spazi condominiali, ciclofficine e luoghi (Bike Square) di aggregazione, ciclabilità diffusa (corsie, preferenziazioni, reti ciclabili come valorizzazione del paesaggio), bikesharing, servizi bici cargo per le merci, intermodalità, infomobilità (orientate alle bici);
  • ruolo delle comunità (privati, associazioni e cittadini) per dare loro informazione a voce, per valorizzare il loro ruolo di innovazione di servizi e di prodotti;
  • individuazione di investimenti da attivare e o da ridistribuire per il finanziamento della mobilità ciclistica;
  • incentivi e disincentivi come: premi a Comuni e quartieri virtuosi, incentivi per i lavoratori (premi, agevolazioni, convenzioni, abbonamenti e defiscalizzazioni per i datori di lavoro che li utilizzano). Incentivi mirati ai i giovani (premi, riconoscimento sociale, abbonamenti, convenzioni, modalità aggregazione). Riconoscimento dell’infortunio in itinere anche per lo spostamento in bici casa-lavoro. Disincentivi all’uso dell’auto (tariffazione sosta, accessi aree congestionate).

Strumenti

  • Revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche che vanno rivisti, snelliti, armonizzati e corretti per quanto concerne la mobilità ciclistica e pedonale. Coinvolgimento delle associazioni di utenza debole nella sua ridefinizione.
  • Progettazione urbanistica (integrazione degli obiettivi ciclabilità nei Piani urbanistici e nei regolamenti edilizi, utilizzo mirato degli oneri di urbanizzazione, ricalibrazione degli standard di parcheggio).
  • Elaborazione/Revisione dei Piani locali della Mobilità, alla luce degli obiettivi di riequilibrio e di sicurezza qui indicati e redazione dei piani per la sicurezza urbana.
  • Sviluppo di un Piano nazionale della Mobilità ciclistica.
  • Istituzione della rete ciclabile nazionale anche in funzione del cicloturismo e delle attività economiche collegate e definizione della segnaletica di direzione per i percorsi ciclabili urbani ed extraurbani.

Comunicazione.

  • Educazione nelle scuole, università e nei luoghi di aggregazione, con progetti inclusivi (Scuole Car free, Ciclo-pedibus).
  • Formazione nelle Pubbliche amministrazioni, per decisori e tecnici.
  • Comunicazione mirata e differenziata.
  • Agire sui linguaggi e sui simboli.
  • Produrre emozioni, non dogmi.
  • Usare messaggi positivi e inclusivi.
  • Attivare strumenti dedicati (Portali web, Giornata nazionale della Bici, adesione alla Settimana Europea della mobilità, Bike Pride, Network tra buone pratiche e servizi, Campagne Bike to work – to school – to shopping).

Chi

Una Cabina di regia nazionale, incardinata dove si formano le politiche, ma anche di coordinamento traversale (Ministero dei Trasporti, dell’Ambiente, della Salute… ). Regioni con fondi e leggi dedicati, in particolare per la progettazione urbanistica. Comuni con Ufficio bici, Bike plan, partecipazione, obiettivi e monitoraggio. Comunità (imprese, associazioni, movimenti, cittadini… ) come protagonisti del cambiamento.



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