Megavideo e Megaupload bloccati!
I popolari siti di webstreaming e di file downloading sono stati chiusi intorno alle 22.30 del 19 gennaio. Kim Schmitz fondatore del sito, è stato arrestato in nuova zelanda insieme ad altre tre persone e sono accusati di favoreggiamento della pirateria online e rischiano 50 anni di prigione ciascuno.
Il governo statunitense usa la mano pesante a poche ora dalla rivolta web contro il progetto antipirateria che sarà discusso domani dal Congresso, giudicato da molti web media, come minatorio per la libertà di pensiero e di espressione che sono alla base di Internet. Ovviamente i due siti nascono per poter condividere contenuti legalmente e ciò che gli si può imputare è di aver vigilato poco sul traffico di contenuti protetti da copyright che venivano veicolati tramite i due siti. La storia di Napster si ripete a 11 anni di distanza, solo che questa volta l’FBI ha annientato milioni di terabyte di contenuti in una frazione di secondo. Il danno sarà in primis per tutti quei siti che fino ad ora hanno garantito il servizio di indicizzazione dei contenuti, dando titoli, nomi e link ai file presenti sui due noti siti di file streaming e sharing, che così rischiano la chiusura.
Cosa accadrà ora? Per un sito che chiude, altri 10 ne aprono simili, sicuramente non negli States, forse in Germania o perché no, anche in Italia (banda e legge permettendo). Il problema sarà assumersi il rischio di fornire un servizio che poi verrà utilizzato come i siti appena chiusi. Con la chiusura di Megavideo, sparisce dal web uno dei siti web di streaming più visitati al mondo, e anche uno dei più apprezzati per via dei contenuti e della qualità dello streaming, sempre odiato per i famosi 72 minuti di limite, ma sempre amato perché riserva inesauribile di film anche introvabili in qualsiasi videoteca o negozio online.
Non si è fatta però attendere la risposta del popolo di internet e più precisamente del suo "braccio armato": Anonymous.
Il gruppo di hacker ha infatti pubblicato un tweet in cui riferisce:
BREAKING – MEGAUPLOAD IS BACK, NEW
#MEGAUPLOADSITE – http://megavideo.bz/ |#megaupload#opmegaupload“.
Quindi attualmente (alle ore 2:07 del 20/1), il noto network è stato spostato sotto un altro indirizzo. Inoltre il gruppo Anonymous ha effettuato un attacco informatico contro il Dipartimento della Giustizia, la Universal Records, la RIAA e verso altre organizzazioni del settore.
Sarà difficile mettere il bavaglio o le manette alla rete. Internet è una realtà troppo estesa perché un governo possa credere di controllarla. In tutto questo la forza dei social media si è fatta subito sentire: 10 minuti dopo la chiusura c’è stato il primo tweet che segnalava la notizia e il banner sul sito megaupload in cui i titolari del sito dichiaravano che la mossa del governo era insensata e le motivazioni ridicole.
Io aggiungerei che questo è un atto di terrorismo, che se lasciato correre, porterà senz’altro a nuove restrizioni e nuove leggi barzelletta, e mi riferisco a quella che potrebbe essere l’emulazione da parte dei paesi europei tra cui l’Italia, sempre per difendere le lobby della musica, che impongono da anni prezzi vergognosi per dei prodotti il più delle volte di pessima qualità.
Aggiornamento ore: 2:20 Anonymous effettua un attacco di tipo dDos al sito dell’ FBI. Fbi.com risulta non raggiungibile.
Questa sembra essere solo la prima fase di una guerra che non terminerà così facilmente. C’è stato un attacco. C’è stata la rappresaglia. C’è da aspettarsi un’escalation senza precedenti. Staremo a vedere.