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Chiuso il laboratorio Arpa, incombe il lassismo. Ambiente a rischio

Creato il 27 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Maroni sarà molto felice di questa autolesionistica decisione dei formigoniani. Risparmiare accorpando i laboratori dell’Arpa!
Una pazzia che mette subito in difficoltà il bisogno di analisi e di controlli tempestivi da parte del settore Ambiente dell’amministrazione provinciali.
I barbari sognanti dormono appunto sognando e il laboratorio è stato chiuso senza neanche sentire il parere del direttore dell’Arpa cremonese Beati. Perché il violino sí e l’arpa no? Bando all’umorismo. Il centrodestra cremonese non conta niente in Regione, come ben noto.

Giuseppe Torchio, già autore di un’interrogazione, come anche Giampaolo Dusi e le opposizioni in generale hanno protestato contro questa spending review che non fa altro che punire, un’altra volta, una provincia agricola il cui ambiente è continuamente messo a dura prova dalle bramosie di soldi subito dei privati e dalla noncuranza della Regione, che per anni ha avuto come assessore Nicoli Cristiani. L’assessore Pinotti ha chiesto spiegazioni a propria volta. La chiusura sembra a tutti un problema, non un vantaggio.

Che chiudere vari laboratori comporti un risparmio ovviamente non si sa nemmeno. In fondo questa è l’inefficiente Lombardia, regione ormai che rischia un pesante declino.

Segue l’intervento del direttore Beati. Per maggior precisione riporto parte di un verbale dell’amministrazione provinciale.

Beati: il progetto nasce sull’onda della spending review e della razionalizzazione delle sedi Arpa esistenti. L’esigenza di razionalizzare era un’idea di base ma con la spending reviw si è arrivati alla decisione di tagliare sostanzialmente la maggior parte dei laboratori, quelli più piccoli, per concentrare tutta l’attività analitica su due sole strutture: una a Milano cui confluiscono tutti i campioni delle matrici ambientali della parte Ovest della Regione e una a Brescia che lavorerebbe praticamente per il territorio di Bergamo, Mantova e Cremona oltre a quello di Brescia.
Qualsiasi organizzazione, una volta a regime, ha buone probabilità di funzionare bene e non c’è motivo di credere che le prestazioni fin qui fornite non possano essere garantite. Di questo Arpa se ne è fatta carico in questo percorso di riorganizzazione che per altro andrà a regime nel 2015 essendo 9 le sedi da chiudere. La cadenza sarà di chiudere una sede ogni tre o quattro mesi, per dar modo di organizzarsi con le strutture di riferimento.
Cremona è la seconda sede che è stata chiusa, perché la prima è stata Varese la cui attività è confluita su Milano.
Tutto il personale è rimasto in carico alla struttura cremonese e stiamo provvedendo alla riqualificazione per potenziare le attività di controllo oppure di monitoraggio che sono le attività tipiche e istituzionali dell’agenzia. E’ chiaro che tutti i campioni che prevedono analisi chimiche vengono mandati al laboratorio di Brescia.
Per ora non si può ancora dire se funzionerà perfettamente con questi cambiamenti, però al di là di una risposta che una volta si aveva in poche ore, in caso di emergenza, adesso varierà di una giornata o due.
Con le tecnologie attuali, dai sistemi informatici per via telematica e quant’altro, problemi grossi non ce ne sono. I campioni vengono comunque accettati online a Cremona e inviati a Brescia tramite un corriere che garantisce tutti i requisiti che i campioni devono avere prima dell’apertura.
Tutta la strumentazione è ancora a Cremona perché a Brescia non è ancora pronta la sede, ma comunque entro l’anno avverrà il trasferimento.
Il problema dello spostamento del laboratorio è un problema anche politico, nel senso che la politica deve interrogarsi se una struttura laboratoristica come era la nostra serve o meno al territorio, ovviamente insieme ai tecnici.

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