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Choosy, un mese dopo

Creato il 22 novembre 2012 da Vpostulato @luballets

Circa un mese fa, l’uscita della Fornero a proposito dei giovani: troppo “choosy” nella scelta lavorativa, cioe’ troppo schizzinosi. La frase aveva scaturito parecchia indignazione nel mondo giovanile anche perché, andando indietro nel tempo, questa ne seguiva altre che avevano già esasperato i toni, tutte provenienti dal governo dei tecnici: sfigato chi si laurea a 28 anni, sprovveduto chi ancora aspira al posto fissoper il proprio futuro lavorativo.
Choosy, un mese dopoPersonalmente, io non sento di unirmi al coro degli indignati ma devo dire che questa volta il motivo che ha dato luogo all’esternazione della Fornero non l’ho proprio capito. Negli altri casi, le affermazioni dei tecnici su giovani, laurea e lavoro erano state avventate e forse poco diplomatiche ma secondo me andavano a battere una strada che poteva effettivamente portare qualcosa. Insomma, è sicuramente vero che tra i laureati a 28 anni ci sono pure storie di gente che lavorava per pagarsi gli studi o ha avuto difficoltà di ogni genere, ma ce ne sono anche parecchi che ci hanno solo messo molto più tempo. E, se è pur vero che la mancanza di un contratto a tempo indeterminato  ti preclude la possibilità di vivere una vita al pieno delle possibilità, è altresì vero che, a diciotto anni, maneggiare per ottenere un posto fisso in comune “perché non si fa un cazzo e non te lo possono togliere” è un estremo da estirpare. In questa direzione, qualche frecciatina come quelle che erano state lanciate non faceva certo male.Il choosy della Fornero, invece, mi sembra del tutto campato per aria. Questo articolo del Fatto conferma in cifre quello che chiunque di noi già sa, cioè che, in Italia, la maggior parte della gente che si laurea in una qualunque disciplina, poi finisce a fare tutt’altro nella vita. Segno che così choosy i giovani non sono. Segno anche che il sistema universitario italiano fa schifo, o almeno fanno schifo la sua capacità di interagire ed adattarsi al mondo del lavoro. E fanno schifo anche i criteri di trasparenza che vengono adottati nel presentare il binomio università - prospettive lavorative ai giovani liceali. La realtà – per me – è che i giovani dovrebbero essere molto più choosy di quanto nono siano stati fin’ora e dovrebbero cercare di esserlo molto prima dell’inserimento lavorativo, cioè appena finiscono le scuole superiori.  Dovrebbero essere choosy nello scegliere l’università oppure nel decidere se sceglierla. In tanti altri paesi del mondo le cose sono molto più chiare: ci sono università migliori e università peggiori e , per ciascuna materia, si sa fin da subito quanto, il decidere di cimentarsi con l’una piuttosto che con l’altra, possa o meno precludere determinate prospettive lavorative. In Italia no. Istruzione di alto livello per tutti, pazienza se a ventisei anni, laureato in lettere, scopri che – per fare il commesso – allora avresti preferito impiegare questi anni per imparare a fare l’elettricista e costruirti una professione. La realtà è che, se vogliono costruirsi un futuro, i giovani italiani dovrebbero imparare a snobbare le università di provincia e le materie fini a se stesse, riempire la valigia e andarsi a misurare con istituti di sicuro valore, siano questi in Italia o all’estero, oppure mollare i libri e buttarsi fin da subito su una professione seria. Ma il choosy della Fornero, non è solo questo. Letto in altri termini è anche una provocazione nei confronti dei giovani ad opera di una delle rappresentanti della generazione che ha maggiormente contribuito a devastare il mondo universitario. Non parlo tanto del fatto che lady Fornero ora sia al governo ma del suo ruolo precedente a quello attuale, cioè quello di professoressa universitaria. La Fornero appartiene alla generazione di docenti che ha sfasciato l’università attuale, con la sua sciatteria e la sua pigrizia. Ordinari che hanno passato gli ultimi vent’anni dedicando molto più tempo a tentar di imbastire truffe mascherate da corsi universitari che a produrre ricerca. Gente incapace di capire il fatto che, in mezzo a università e mondo del lavoro, non ci può essere il vuoto e interessata unicamente a promuovere – con mezzi subdoli - i propri corsi di laurea, allo scopo di ottenere iscrizioni e quindi fondi. Gente che non è mai in ufficio e che non fa nulla e si lamenta quando non ottiene il posticipo del pensionamento. Gente da anni a capo della principale macchina produci disoccupati che esista  e che non si vergogna ad andare in giro adire idiozie sul come dovrebbe funzionare il mondo. Gente che non producearticoli, non va a convegni, non fa nulla, perché il divano di casa è troppo comodo. E’ chiaro che non sono tutti così e che tantomeno lo è la Fornero. Ma è altrettanto chiaro che se noi ci meritiamo un choosy, tanti di loro si meriterebbero un calcio nel culo. Chiudo linkando un post fantastico che ho trovato su un blog che non conoscevo e che tratta lo stesso tema: mi raccomando leggetevelo tutto – commenti compresi – perche’ ne vale la pena! 

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