Davide Frezzato 11 febbraio 2014
Il mondo dell’arte sembra vivere un momento di stallo. Non ci sono più movimenti, pare che nessuno più stia raccogliendo l’eredità lasciataci dai grandi Maestri e che si sopravviva di puro mercato pseudo-artistico. Ma è davvero così? Sotto la sonnolenza che sembra aver colpito tutti i campi della cultura, qualcosa fermenta e ne ho avuto conferma incontrando un vero artista dei nostri giorni, perché Christian Pankoff è indubbiamente un bravissimo pittore e ve lo vorrei presentare. Christian non ha la presunzione, tipica di alcuni della nuova generazione, di poter camminare con le proprie gambe formandosi senza l’aiuto di una guida; per lui il cammino artistico è una perenne ricerca, è apprendimento da coloro che l’hanno preceduto allo scopo di assorbire i loro insegnamenti ed elaborarli in un suo linguaggio proprio, che è un vero piacere ascoltare. Nella vita di Christian, l’arte è stata una compagna sempre presente, sin dall’infanzia. La nonna prima, pittrice di nature morte, il padre poi, creatore su tela di un mondo onirico e fantastico, hanno forgiato ed alimentato il suo desiderio di creare qualcosa di suo, qualcosa che lo distinguesse in una famiglia di fatto molto speciale. I primi sforzi creativi avevano come pubblico i compagni di scuola che sono stati i suoi primi critici e fruitori; successivamente è passato al mondo ingiustamente sottovalutato dei madonnari, di cui porta con sé gli sfumati dei gessi, per poi dedicarsi pienamente ai murales, ai trompe-l’œil e alla pittura in studio.
La pittura di Christian è estremamente sensibile ed evocativa, mirata ad interpretare la realtà mettendone in luce quegli aspetti che rimangono un po’ offuscati dalla quotidianità. Una delle sue prime fonti di ispirazione è stato Carlo Rambaldi (padre del King Kong di John Guillermin, dell’E.T. di Steven Spielberg e, insieme a Hans Ruedi Giger, dell’Alien di Ridley Scott) che, con il suo mondo di fantascienza popolato da personaggi che hanno fatto la storia del cinema, ha instillato in Christian il desiderio di dedicarsi alla settima arte, poi abbandonato per la pittura dal momento che questa gli risultava essere molto più naturale ed immediata. Un altro grande dei nostri tempi ad aver lasciato una traccia indelebile lungo il cammino di Christian è stato proprio Giger, come detto altro personaggio fortemente legato al mondo di Alien.
Anche Pankoff usa come Giger l’indiscusso potere evocativo delle immagini, che sono un vero e proprio canale di comunicazione allo stesso modo della parola. Di Giger, però, egli non condivide nel modo più assoluto la tendenza a lasciarsi sopraffare dall’oscuro. L’arte di Giger, in effetti, soffoca per la quasi totale mancanza di positività che invece è molto presente in quella di Christian: una positività che però non è mai immaginata o desiderata e di cui si sente la mancanza, ma concreta; infatti, il suo sforzo creativo riesce a mettere in luce quelle storie e quelle immagini che la realtà pragmatica tende a reprimere. Egli è fortemente convinto che il mondo abbia sempre più bisogno di positività e che l’arte la debba incoraggiare.
Da grandissimi come Paolo Veronese e Giandomenico Tiepolo ha appreso il linguaggio della pittura murale e l’ha rimodellato sulla sua filosofia artistica, utilizzando sapientemente la tecnica del trompe-l’œil che non è semplicemente un puro divertimento visivo, come troppo spesso viene vissuta, ma è pur sempre una percezione reale di un mondo immaginato. La forza artistica di Christian è quella di vedere la quotidianità e, se vogliamo, anche l’ovvio con occhi nuovi. La sua forza è avere il coraggio di porsi domande che pochi osano fare. In quest’ottica vede la luce l’opera Il creatore d’universi venuta fuori dalle riflessioni sulla nascita degli universi possibili e delle forze creatrici mentre osservava suo figlio che giocava a realizzare spirali in un piatto di minestra.
Christian ha mostrato anche una grande capacità nei ritratti, per i quali è fondamentale per lui conoscere non solo la personalità del soggetto da immortale nell’opera ma anche la sua storia. Per tale ragione questi dipinti acquistano un valore artistico ben superiore alla semplice tecnica ritrattistica, dal momento che ad essere immortalato sulla tela non è semplicemente un volto ma la storia umana che esso rappresenta. Christian Pankoff, fortunatamente, rappresenta un’eccellenza nel panorama artistico italiano, anche se, come altri del suo calibro, soffre dell’indifferenza del grande pubblico che spesso è affetto da un’ottusità tale da convincersi che non ci sia più alito vitale nell’arte di casa nostra. Occhio, però! Stavolta non è l’erba del vicino quella più verde!
Per approfondire
http://christianpankoff.info