.§home alone§.
Cadeva neve sciolta dal cielo. una coltre di nubi grigio acciaio sovrastava compatta il cielo su Minneapolis e i suoi sobborghi, mentre Agatha tentava di resistere all’ennesimo attacco di tosse tentando di soffocarlo con un sorso di the bollente. Era compito piuttosto difficile da compiere. la tazza quasi del tutto piena restava sul ripiano del comodino, sotto l’impietoso assedio di fazzolettini usati e scatoline di medicinali. brutta cosa beccarsi l’influenza proprio di domenica e per giunta nel giorno dell’Antivigilia del Natale. con Josh che dalla mattina aveva in teasta un solo pensiero fisso: la partita di campionato dei suoi Blues, di cui era accanito sostenitore. era impaziente di andare a vederli giocare, aveva preso e diramato e disdetto appuntamento con i suoi numerosissimi amici e preparatosi spirtualmente all’avvenimento le rivolse sull’uscio di casa un’unica frase di rito : piccola, guarda che se non ce la fai io resto con te a casa!
ma che dici mai, è tutto ok! vai e divertiti! E Josh si dileguò via dall’ingresso come neve al sole. Sola era in casa, in compagnia della sinfonia bronchiale del suo respiro polmonare. e del the . e dei doni da incartare ma, a questo avrebbe pensato non appena il raffreddore diminutio di intensità l’avrebbe resa di nuovo capace di pensare, e di agire. si ranicchiò sotto la trapunta, i fazzolettini a portata di starnuto e scivolò in un sonno profondissimo. si risvegliò alle sette di sera. gli occhi pesti, il dolore alla gola e alla testa e… di Josh nemmeno l’ombra. perfino rintracciarlo sul cellulare fu un buco nell’acqua. non voleva cadere preda dell’ansia o peggio del panico e decise di non pensare al suo uomo, almeno fino a mezzanotte. che arrivò puntualmente. senza che lei avesse notizie di Josh. si fece coraggio e compose il numero del suo migliore amico, che miracolosamente le rispose. ah Agatha sei tu! come stai? no, qui non ti sento bene, c’è troppo rumore. cosa? Josh non è ancora tornato? forse si sarà fermato lungo la strada del ritorno a bere una birra insieme agli altri. vedrai, tra poco lo trovi di fronte alla porta di casa, sì ciao e buon natale anche a te. chiusa la telefonata, Agatha per nulla tranquillizzata decise di aspettarlo sveglia, acciambellata nella poltrona che fu di sua nonna. e forse fu il ricordo della sua antenata, la sua ferrea volontà di non volersi sentire calpestata o peggio ignorata ed esclusa e presa in giro, che Agatha cominciò a rileggere come al rallentatore le ultime settimane tracorse insieme a Josh. non c’erano evidenti segnali di pericolo, di donne nuove all’orizzonte. tuttavia, qualcosa che non era in grado di acciuffare e che le ronzava in testa per essere catalogata, la faceva penare. andò a leggere i messaggi di posta eletronica, sfogliò agende e calendari alla ricerca di qualcosa che non afferrava ancora: una frase, un gesto, una data particolare. poi ricordò tutto. tutto quanto. era un dicembre di sei anni fa. il 23 dicembre per la precisione. era il giorno in cui decisero di stare insieme sul serio, di fare casa loro due da soli. l’inizio di una nuova coppia, la loro. e ora a sei anni di distanza, una data così importante l’avevano dimenticata così platealmente, tutti e due. no lei nemmeno aveva scuse giustificabili. va bene l’influenza, ma lei il cervello lo faceva funzionare ancora a meraviglia. e lui perchè non se l’era ricordato? la routine, l’appagamento, la convivenza, cos’altro aveva scardinato la loro idilliaca vita insieme.
-semplicemente, l’ho dimenticato. fu la risposta di Josh.
-il motivo? non lo so. e mi dispiace. sono stato preso da altre cose….
-…cose più importanti di noi.
concluse Agatha, guardando ossessivamente i colori della sciarpa dei Blues che Josh stringeva ancora tra le mani, attorcigliandola spasmodicamente.
Agatha cacciò indietro le lacrime e trovò il coraggio di sorridergli.
parto tra poche ore. vado col primo volo a casa dai miei. ho voglia di stare per fatti miei. perchè ho bisogno di capirmi fino in fondo. capire cosa voglio dal nostro rapporto. perciò ti chiedo solo di lasciarmi andare. forse il prossimo Natale ci vedrà di nuovo insieme, oppure no. per il momento mi sento solo di dirti e di fare questo. con un addio precipitoso in fin dei conti tante storie d’amore si sono salvate, magari questa sarà la nostra occasione per riscoprirci innamorati come una volta.
Ora un taxi aspettava Agatha e i suoi bagagli leggeri davanti al portone. E Josh senza dire una parola la accompagnò mesto verso l’automobile e verso quel cielo così freddo e cupo, proprio per nulla natalizio.