.§nodo d’amore§.
Aveva contato fino allo sfinimento, spiccioli compresi, il denaro in suo possesso e aveva perfino dato fondo alla sua riserva aurea decidendosi di ricorrere al suo salvadanaio a forma di maialino… ma tutti gli sforzi erano vani: 35 mila lire erano troppo poche per comprare il dono che si era prefissa di fare a suo zio – come un padre per lei. E inoltre si vergognava troppo di entrare nel negozio di alta moda sartoriale con aria spavalda e chiedere sotto le feste un piccolo sconto sul prezzo. Però quella cravatta era il regalo perfetto per lo zio! lui così curato nella persona e nel vestirsi! Una stoffa che ai suoi occhi sembrava morbida e setosa e cangiante, di un blu profondo con piccole decorazioni a quadretti, perfetta per il completo blu dello zio. Ogni pomeriggio finita la scuola, si allungava verso la bottega atelier all’angolo della Riviera, e guardava l’oggetto del desiderio, sperando di ritrovarla lì il giorno seguente. Un giorno mentre la rimirava al di là della vetrina, si ricordò dell’orologio che aveva a casa, nel comodino della sua stanzetta. un orologio che non usava mai, perchè troppo importante, regalo ricevuto in occasione della prima comunione. come aveva potuto essere così sciocca! si precipitò a casa, recuperò l’orologio e poi cercò di rivenderlo. ci riuscì anche! il gioielliere era una conoscenza della sua famiglia e non fece storie e nemmeno troppi commenti, anche se fu investita a bruciapelo da un: ma sei sicura di volerlo vendere ? ma lei aveva la risposta pronta e in un batter d’occhio aveva un cospicuo gruzzolo in tasca. il giorno dopo ritornò a Chiaia e questa volta entrò nel negozio atelier. aveva le farfalle nello stomaco quando chiese al commesso come mai in vetrina non c’era più quella cravatta. è andata a ruba e ne è rimasto un unico capo, ma è stato prenotato da quel nuovo politico di cui adesso mi sfugge il nome…su non fare quella faccia, ragazzina! come se ci fosse solo quella cravatta qua dentro! ma lei non poteva non mostrarsi delusa e abbattuta. ci aveva sperato – ecco tutto – di fare un regalo come si deve a suo zio. un regalo pensato con il cuore al quale aveva rinunciato a qualcosa di suo. ora le lecrime le rigavano il viso in silenzio. il commesso colpito da quelle ragazzina che si scioglieva in un pianto muto, per di più attirando la curiosità dei clienti, e anche imbarazzato e indeciso sul da farsi, chiamò il titolare. che venne di persona a sincerarsi della ragazzetta. volle riceverla in un salottino riparato da occhi indiscreti e si face raccontare tutta la storia per filo e per segno. poteva cavarsela con una cravatta di minor pregio e una pacca sulla spalla, ma era quasi Natale, mancavano pochissimi giorni. e al parlamentare nuovo di zecca una cravatta in più o in meno non gli avrebbe di certo cambiato la vita. a quella ragazzina invece la vita - o comunque il Natale - l’avrebbe cambiata e in meglio grazie a una piccola bugia. le porse il suo fazzoletto cifrato e le disse con voce carezzevole di asciugarsi quelle lacrime, perchè per fortuna quella non era l’unica cravatta disponibile. sì, era arrivata giusto in tempo. e la cravatta era sua.