§.Bus Stop.§
“Nonna, raccontami ancora una volta la storia della zietta Rosa! per favoreee!” esclamò dal salotto la piccola Amanda, mentre faceva pendere un festone natalizio arditamente davanti al caminetto, sfidando ogni possibile legge gravitazionale. E la nonna, non si fece per nulla pregare. Era contenta che la sua piccola prediletta nipotina le chiedesse per l’ennesima volta, la storia di zia Rosa, come se quell’avvenimento di cui fu un tempo fiera protagonista, in un qualsiasi primo di dicembre americano, rendesse più intenso il vero significato del Natale alle porte. “Era stata un dura giornata di lavoro per la nostra Rosa: gli occhi le bruciavano dalla fatica e dalle ore spese a imbastire abiti e camicie, e non vedeva l’ora di potersi riposare un po’ nel rientrare a casa, comodamente seduta sul seggiolino dell’autobus. Nell’aria si sentivano i primi canti natalizi, le vetrine erano in fase di allestimento, e Rosa con il pensiero già accarezzava futuri regali da fare ai suoi cari, mentre saliva sul mezzo. Un autobus completamente pieno, almeno nella parte riservata a quelli come lei, persone cioè di colore. am rosa no si perse d’animo e con un pizzico di audacia misto andò a sedersi nell’unico posto libero ancora disponibile, anche se nella parte dell’autobus riservata ai bianchi! L’autista dell’autobus alcuni passeggeri bianchi le intimarono di spostarsi nella zona riservata ai neri, ma lei rimase lì dov’era. perchè era stanca di sentirsi trattata come una cittadina di second’ordine. Fu arrestata e incarcerata. Ma in suo soccorso venne tutta la comunità afroamericana della città, insieme a quel signore che si chiamava Martin Luther King, e che tu ogni tanto citi dicendo “I have a dream…” Quel suo gesto di ribellione pacifica fu la scintilla grazie alla quale oggi noi possiamo dirci un paese civile, dove non esistono più leggi di segregazione a sfondo razziale. Fai tesoro di questa storia, piccola mia, perchè queste sono le radici del nostro passato più recente!”