05/01/2016
Sono un paio di giorni che continua a ripresentarsi alla mente questa famosa frase di Brecht:
"Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati"
Dovrò parlarne per liberarmene... non riesco a collocarla in un'opera specifica, ma si tratta di una di quelle frasi, riprese spesso in occasioni e fatti di attualità diversi, ed in merito alla quale sono stati scritti fiumi di parole. Anche questa mia riflessione probabilmente è stimolata da qualcosa che ho sentito in giro, dunque, vediamo:
cosa vuol dire dalla parte del torto?
Ecco: la parte del torto è quella dei diseredati, quella di coloro che non hanno voce o la cui voce non viene ascoltata. Allora perché non dire dalla parte degli ultimi e dei miseri, visto che, sul piano logico non è affatto escluso che essi possano avere ragione e che anzi, di fatto, ce l'abbiano avuta in tante occasioni? Certo sul piano logico è così, ma sul piano storico e su quello di realtà le cose sono messe diversamente...
Chi è più forte di solito non si limita a sopraffare il più debole, ma dopo ne scrive o ne racconta la storia ed attraverso la narrazione più o meno pubblica, vuole conquistare anche la propria vittoria morale: il più debole viene screditato, accusato di qualunque cosa, sicché alla fine non figura che ha subito un torto, ma soltanto che ha avuto torto.
In questo gioco la maggioranza della gente trova invariabilmente il proprio tornaconto nell'allinearsi al più forte (non conviene farselo nemico, ad averlo per amico se ne può essere protetti o trarne altri vantaggi, etc.) fornendo la base del consenso sociale che basta a rendere credibile la storia scritta dai forti, quelli capaci di dare voce alle proprie ragioni.
Insomma avere torto ed avere ragione sono circostanze che sul piano logico hanno un significato e su quello storico un altro e diverso significato.
Quando nel corso della storia dell'umanità avvengono rivolgimenti politici e di potere, i libri vengono riscritti, oppure quando uno studioso si focalizza nell'approfondimento di fatti avvenuti in un passato molto remoto, rispetto al quale l'analisi critica è libera da pressioni politiche attuali, abitualmente scopre cose diverse da quelle ripetute e note nei luoghi comuni, conosciuti più o meno da tutti e raccontati nei testi della scuola elementare.
Dunque "ci sedemmo dalla parte del torto..." ben consci di quanto questo significhi effettivamente.
Nessuno è esente da errori, tanto meno chi viene vessato, umiliato e tenuto in stato di intimidazione, trattandosi, come è evidente, di circostanze che possono ingenerare reazioni di rabbia, di frustrazione e di impotenza, tutte cose che non aiutano a conservare una vigile freddezza e razionalità, dunque possiamo sbagliare, se siamo seduti dalla parte del torto ed offrire il fianco a chi aspettava appunto l'occasione giusta per massacrarci anche moralmente e dimostrare con questo la propria superiorità, per cui qualunque cosa noi abbiamo subito, l'abbiamo meritata per la nostra piccolezza, stupidità, cattiveria, incapacità ed inadeguatezza.
Non nutrendo ambizioni di successo, resterò seduta anche oggi dove mi accade di trovarmi spesso.
I compagni di banco si avvicendano: in questi giorni ho visto passare Ilaria Cucchi: pare che infine (e ce ne è voluto di tempo) sia stato individuato qualcuno dei responsabili del pestaggio del fratello Stefano e... la signora si è guadagnata una denuncia (c.v.d.) ma sarà infine la verità?
Certo i processi non si fanno su facebook (i linciaggi casomai) però come evitarlo?
Se uno si trova seduto da questa parte del banco...