Magazine Diario personale
Diego Peduto, questo il suo nome, aveva 52 anni.
Era sposato, aveva due figli ed un'attività imprenditoriale nel settore immobiliare.
Fino a qui sembra una delle tante tragedie che si consumano, in questo periodo, nel nostro caro ed amato paese.
Ho atteso qualche giorno prima di scrivere. Ho atteso qualche giorno perché questa non è una storia come tutte le altre, questa è una storia che scuote.
Non conoscevo Diego di persona.
Io conoscevo Diego di fama. Era un IronMan, uno di quelli con la "I" e la "M" maiuscole.
Lo scorso luglio, Diego ha vinto il campionato europeo a Francoforte nella categoria master (M50). Ha vinto!
Spesso lo incontravo alle gare. Sempre sorridente, una roccia.
Per molti di noi, umili mortali, era un simbolo. Era l'esempio da seguire per realizzare il sogno dell'ironman. Ognuno di noi sapeva la sua storia, di quanto aveva sofferto da ragazzo, di come si era costruito da solo e della sua capacità di soffrire per raggiungere lo scopo.
Tenacia, pazienza, costanza, perseveranza, coraggio. Devi averle tutte queste doti per riuscire in determinate imprese........ e lui le aveva.
Ora il mio equilibrio è scosso. Questa notizia mi lascia senza parole e ho difficoltà nel riflettere.
C'è una serie di domande che mi assillano da quando ho appreso la notizia, domande alle quali non riesco a dare nessuna risposta.
Se ha ceduto uno come lui, se nemmeno Diego ha retto alla pressione, se arriva un punto dove anche gli invincibili si arrendono allora siamo tutti in pericolo?
Se uno che ama la vita, se uno abituato a buttare il sangue dalla sera alla mattina, se uno che sa gioire anche nella sofferenza cede di schianto così........ allora cosa aspettarsi da noi stessi?
Sono giorni che avverto questa vertigine, posso solo aspettare che passi.
Ciao Diego. Se riuscirò a finire Francoforte il merito sarà anche tuo.
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