Sono qui, non mi sono perso, é che ero in vacanza.
Scusate.
Anzi no. Vaffanculo. Non riesco a tenerlo dentro, lo devo dire.
La mia terribile dipendenza da infatuazioni si é fatta, in questo periodo, sempre più pesante.
Non ho tempo di fare altro.
Non é uno scherzo. Sto davvero male. Male e bene. Odio e amo.
Avevo pensato che parlarne mi avrebbe aiutato.
Sono stato dagli alcolisti anonimi. Loro se ne intendono di dipendenze.
Ho spiegato che non sono dipendente dall’alcool, ma che la mia é comunque una dipendenza molto distruttiva.
Mi hanno accolto ed ascoltato.
Posso quindi confermarvi che, davvero, ripetono “ciao” e il nome della persona. Sempre.
Purtroppo non é stato utilissimo. Puntano troppo sulla cieca fede in Gesù per risolvere ogni problema. E io parto svantaggiatissimo rispetto alla media dei partecipanti: conosco già Gesù, fin dalla più tenera età. Non devono dirmi chi é.
Gesù non é una motivazione. Gesù, per chi non lo sapesse, é il protagonista di un cartone animato per bambini (tratto da un libro per adulti) di nome “Il Vangelo per i Bambini”, di cui mia mamma non mi ha fatto perdere una puntata (finché per scarsi ascolti non l’hanno interrotto), e di alcuni film hollywoodiani, tra cui il relativamente recente “La Passione di Cristo” (Cristo é il cognome di Gesù).
Ho dovuto cercare quindi un nuovo rimedio, ho troppo tempo libero per innamorarmi.
Probabilmente fumo poche sigarette. Dovrei fumare di più.
Compro un pacchetto ogni tre giorni. É poco.
Non va, non basta.
Innanzitutto non devo più misurare la quantità di sigarette che fumo dal numero di pacchetti che compro ma dal numero di accendini che consumo. Direi che uno al giorno sia un ottimo punto di partenza. (adattamento da Bill Hicks, 1961-1994, R.I.P.)
Già.
Poi, cazzo, le sigarette sono tassatissime, in questi tempi di crisi i fumatori dovrebbero essere visti come i salvatori della patria.
Come Stakanovich nella Russia rivoluzionaria.
-Oggi il compagno Marco ha fumato ben, quanti pacchetti Marco?
-Non so quanti pacchetti, ma ho finito due accendini.
-Ottimo compagno Marco. Con i soldi delle tue tasse costruiremo un nuovo ospedale.
Ovazioni e bagni di folla all’ordine del giorno. Sempre con una sigaretta stretta tra i denti. Ottimo.
Anche l’alcool potrebbe essere un’alternativa: é tassatissimo e da dipendenza.
Di questi tempi sembra che bere sia peró diventato fuori moda. Poi bevo giá abbastanza. Mica le voglio pagare tutte io le tasse
Oggi su Repubblica.it c’era una galleria di foto di ragazzi di Cardiff, presunti ubriachi, che giravano per strada. Io personalmente non ho avvertito nessuna sensazione negativa nei loro confronti. Cioè, erano ragazzi, erano in strada, alcune tipe facevano un po’ le sporcaccione e si facevano palpeggiare, ma nulla di che. Nulla che urtasse la mia sensibilità.
Insomma, se avessero visto me sabato sera. Siete curiosi?
Forse, e dico forse, ero sdraiato su una panchina in uno squat a blaterare frasi in una lingua che nessuno conosce ma simile al tedesco. Sicuramente avrebbero pensato peggio.
Quindi é evidente l’attacco di Repubblica.it all’alcool.
Se i giornali comunisti osteggiano così il governo e i suoi tentativi di uscita dalla crisi attraverso tassazioni strategiche, la nostra economia non si rimetterà mai.
Baci, amore e Gesú a tutti.
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