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Ciao Robin, “capitano” di tante battaglie

Creato il 14 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Ciao Robin, “capitano” di tante battaglie

La sua esuberante ironia lo portava ad affrontare anche gli argomenti e le situazioni più serie e drammatiche in modo assolutamente singolare: divertente, buffo, esilarante, a volte scorretto ma mai banale e privo di profondità. “Sono fiero di avere un cane gay” – diceva parlando del suo carlino. “Ha anche un fidanzato e insieme adesso vogliono adottare un gattino siamese”. Così ad esempio Robin Williams cercava di sensibilizzare sul tema dell’omosessualità e dell’adozione per le coppie gay. Il comico americano di Mrs Doubtfire e Jumanji non verrà ricordato solo per le sue interpretazioni sul grande e sul piccolo schermo, per la sua irrefrenabile e dirompente energia di attore, ma anche per la sua vita fuori dai riflettori. Williams non era un divo e non veniva visto come tale. La sua fama per lui era anche un veicolo per portare all’attenzione della massa problematiche sociali, questioni importanti, campagne animaliste. La sua esistenza è stata piuttosto complicata e movimentata, come la sua tragica fine dimostra, ma i suoi problemi venivano sempre dopo quelli degli altri. Il vecchio “Mork” è passato per la droga e per la depressione, ha vissuto due divorzi, ma “nascondeva sempre i suoi tormenti”, come ha dichiarato oggi il suo collega Ben Stiller. Ad esempio, negli anni Novanta, nonostante fosse appena uscito dal tunnel della droga e avesse appena chiuso bruscamente le sue prime nozze, si impegnò economicamente per l’assistenza e la ricerca medica sulla malattia del suo amico Christopher Reeve in seguito ad un incidente da cavallo.

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La sua energia era puro amore per la vita, a 360 gradi. Una vita troppo breve ma vissuta intensamente, senza soste, senza porsi limiti. Una vita all’insegna del lavoro, dell’amore per i figli (il suo ultimo tweet è stato per la figlia Zelda: “25 anni, ma sei sempre la mia bambina”, aveva scritto qualche giorno fa), e anche dell’impegno umanitario e sociale. Convinto democratico, Williams sapeva usare il suo sorriso e il suo umorismo condito di poesia anche per opporsi al governo americano di Bush e alla sua politica estera. Nelle conferenze stampa di presentazione dei suoi film non mancava mai di far sentire la sua voce anche sulla politica e sul sociale e diverse volte andò a trovare i militari statunitensi in Afghanistan, regalandogli in esclusiva e a sorpresa alcuni dei suoi memorabili show. “Queste mie visite non significano che sono dalla parte di Bush – ha sempre tenuto a precisare il comico – ma con esse voglio solo fare sentire ai militari in guerra che non li abbiamo dimenticati”.

Era così Robin Williams, ci metteva sempre la faccia, con coraggio e sfrontatezza. Così come faceva anche per le campagne animaliste, che lui sposava e appoggiava in pieno. Negli ultimi anni ha prestato il suo volto soprattutto per la lotta contro la caccia ai delfini in Giappone, facendo anche da testimonial alla campagna portata avanti dai filmati The Cove.

Se oggi il mondo piange con questa enorme partecipazione la morte del comico americano, non è solo perché mancherà a tutti la sua vitalità, la sua strabordante creatività e il suo immenso talento, ma anche perché con questi suoi atteggiamenti accorati e appassionati è riuscito ad avvicinarsi alla gente e a distaccarsi dal suo status di divo hollywoodiano. Ecco perché la sensazione è che non se ne sia andata una star, ma che se ne sia andato uno di noi.

 di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net


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