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Ciao vecchio... non ti ho dimenticato perché non posso...

Creato il 16 gennaio 2012 da Nefarkafka666

Lo stato febbrile perdura. Tra dormite spaventose, visite gradite, letture corroboranti, visioni amene ed ascolti rigeneranti mi ritrovo spesso a ciabattare per casa e a sedermi dopo un po' davanti al PC. Ho deciso di dedicarmi a riordinare le cartelle, dove nel corso degli anni un bel po' di cose si sono accumalate in modo disordinato e caotico. Appunti, filmati, foto... è incredibile come queste macchine così fredde possano immagazzinare, inconsapevoli, i ricordi di una vita...
Tra le tante cose che ho ritrovato ci sono le foto di mio nonno che solo ora ho notato essere uguale al regista George Romero (la foto è sua). Vedendole mi sono tornati alla mente immagini e pensieri che credevo persi, che non rammentavo più. Mi sbagliavo: sono più vivi che mai; è la quotidianità che mi costringe (ci costringe, forse) ad accantonarli per lasciare spazio a cose più contingenti, più aride...
Se n'è andato che ero poco più di un bambino che si affacciava alla vita e il mio rammarico è quello di non aver avuto molto tempo per assorbire più cose da lui. Insegnamenti, saggezza, ricordi. Sono passati moltissimi anni... ricordo la sua voce, il pettine che teneva sempre nel taschino interno della giacca, addirittura l'odore del suo gilet quando lo abbracciavo... sapeva di tabacco, di lavanda e di buono... spero che il tempo non mi oltraggi portandomi via questi piccoli tesori.
Nel suo paese era conosciuto e benvoluto da tutti perché era una brava persona. In gioventù aveva conosciuto fame, guerra e povertà: ma aveva affrontato la vita con la tenacia di chi dentro di sé trova la forza di sorridere. E questo non glielo aveva insegnato nessuno. Lo aveva imparato da solo. Io devo ancora farlo. E non so se ci riuscirò mai. Credo di no...
Aveva trasformato la sua ignoranza in candore curioso e le esperienze in lezioni di vita. Era una persona dolce e gli anni non lo avevano reso cinico o amaro. Non l'ho conosciuto da giovane, ma credo che la vecchiaia abbia affinato l'ottimo vino c'era nella sua botte.
Quando lui e mia nonna andavano a dormire, li sentivo parlare finché non si addormentavano: sono stati sposati per moltissimi anni e dopo tutto quel tempo la sera avevano ancora voglia di chiacchierare. E quando mangiavano usavano un unico pianto, con l'intimità e la serenità di conosce un'altra persona come se stesso. Ho sempre pensato che fossero cose molte belle. E adesso che cose del genere non ne vedo più, ne sono ancora più convinto.
Mi rammarica che all'epoca non ci fossero registratori, macchine fotografiche o videocamere come oggi. Le avrei usate per raccogliere ore ed ore di chiacchiere a ruota libera, racconti, squarci di una vita che adesso non c'è più.
Se fosse vivo mi domando cosa penserebbe di me, di questi tempi impazziti. Forse è meglio che non ci sia più: non credo che gli piacerebbe questo mondo assurdo, alieno.
La cosa più bella che ho è il suo nome. Che è il mio.
Credo che se fossi la ventesima parte di quello che era lui nell'unghia del mignolo sinistro sicuramente sarei un grand'uomo.
Mi manca, come mi mancano tutti i miei morti.
Noto con sgomento che purtroppo nella mia vita nessuno è riuscito a prenderne il posto. Ovviamente è normale che sia così. Ma intendo dire che nessuno è riuscito a darmi quello che mi hanno dato loro.
Oggi che come tutti dispongo di supporti in grado di archiviare centinaia di immagini e di ore di conversazione, mi rendo conto che non conosco persone per le quali valga la pena un simle sforzo.
Ciao nonno... spero di ammalarmi più spesso: così potrò fermarmi un attimo e ripensare a te... alle cose e alle persone importanti... che contano davvero...


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