La MezzaLuna – Centro di Educazione Alimentare
Chiara ormai l’ha imparato e dice al fratellino: “Mettiti il maglione, perché mamma ha freddo!”
Non è facile evitare ai bambini il raffreddore e, allo stesso tempo, educarli a prendersi cura di sé da soli. A mettersi il maglione non perché fa freddo o noi abbiamo freddo, ma perché loro stessi sentono freddo.
Nel libro di Jesper Juul “Il bambino è competente”, si legge che è importante educare i bambini ad essere responsabili di se stessi, cioè ad ascoltare i propri sensi, per imparare a fidarsene; a conoscere i propri sentimenti, per esserne responsabili; e, infine, a riconoscere i propri bisogni, il sonno, la sete o la fame.
La fame… educare, in origine, significa anche ‘nutrire’ ed è in questa azione di cura che trova una delle sue funzioni più importanti e nutrire, in origine, diventa la pietra di paragone, il prototipo dell’educare. Nel cibo troviamo tutto: relazione con noi stessi, con chi si prende cura di noi, relazione con il territorio, con gli altri, relazione con la Terra e la cultura. E proprio per questo nel rapporto con il cibo si ritrovano riflessi anche molti dei conflitti che viviamo… Come possiamo prenderci cura dei nostri figli e aiutarli ad avere con il cibo un rapporto sano, consapevole e gioioso?
Questo è il tema centrale di una prima chiacchierata con Giusi D’Urso, Biologa Nutrizionista, Presidente de La MezzaLuna – Centro di Educazione Alimentare.
Per iniziare, ci racconti qualcosa di te e del tuo lavoro con bambine, bambini e genitori?
Ho iniziato a lavorare, ormai un po’ di tempo fa, al fianco di una pediatra, facendomi un po’ le ossa su casi di obesità, inappetenza, diabete nell’infanzia. Ma forse l’esperienza che più mi ha arricchito è stata la relazione diretta delle famiglie, l’ascolto delle problematiche, i racconti dei nonni, dei bambini stessi. Tutte cose preziose di cui ho fatto tesoro e che mi sono state utili quanto i libri di nutrizione.
Che cosa si intende oggi con ‘educazione alimentare’?
L’educazione alimentare è, o meglio dovrebbe essere, una disciplina trasversale, che abbraccia e collega tutte le altre discipline, facendo parte il cibo della nostra natura e della nostra vita sin da quando veniamo al mondo. Non si tratta di insegnare agli altri la composizione degli alimenti, ma di fornire loro strumenti che li mettano in condizione di relazionarsi in modo corretto con il cibo. Di sceglierlo e apprezzarlo, di porsi domande sulla sua provenienza e sulla sua produzione.
Come si può fare educazione alimentare coinvolgendo i bambini in modo attivo, perché ne siano consapevoli e responsabili, piano piano, in prima persona?
L’educazione alimentare si presta a varie modalità di comunicazione: dal gioco, alle attività artistiche, alle esperienze che coinvolgano i cinque sensi, alla lettura di testi adeguati. La favola, ad esempio, è, per i bambini più piccoli, un’ottimo strumento per comunicare alcuni concetti base della cultura del cibo. Lo stesso vale per la musica e per il disegno. Spesso utilizzo anche l’esperienza diretta tramite visite in azienda, a contatto con chi coltiva e alleva.
Che ruolo hanno, in questo percorso, gli adulti di riferimento?
I bambini sono dei grandi imitatori. Il loro istinto di emulazione li porta a comportarsi in modi simili a quelli che vede intorno a sé. Il ruolo degli adulti di riferimento, dunque, siamo essi genitori, nonni o educatori, è quello dell’esempio. Molti studi sulle relazioni familiari e i modelli educativi indicano, in particolare, il comportamento della madre, prima nutrice, quale quello che maggiormente condiziona ed influenza le scelte alimentari dei bambini.
Come si può affrontare, con i bambini, la complessità della vita di oggi, in cui si è a contatto con modelli diversi, con la pressione della pubblicità e con comportamenti alimentari non sani?
Con il buon esempio, appunto, e con la coerenza. In una parola, con il coraggio dei propri no e la gioia e la piena condivisione dei sì. Se in una famiglia le abitudini alimentare sono corrette, il bambino, e l’adolescente dopo, se le porterà dentro per sempre. Anche nel periodo maggiormente oppositivo, quale quello adolescenziale, esse forniranno sempre un solido termine di paragone, una specie di porto sicuro al quale fare ritorno.
Quali sono gli aspetti psicologici e familiari da considerare quando i bambini devono seguire percorsi di alimentazione non standard, ad esempio per problemi di salute, di peso o di allergie alimentari?
La situazione auspicabile è quella in cui tutti i componenti familiari si adeguino alle esigenze del bambino. Perlomeno, all’inizio, fino a un’età in cui il ragazzo non sarà consapevole del problema ed accetterà anche che la mamma, il papà, la sorella o il fratello, possano avere gusti ed esigenze diverse. Penso, in modo particolare, alla celiachia, che costringe alla rinuncia di intere gamme di alimenti. Per altri tipi di problematiche, è sempre il caso di valutare caso per caso e trovare ogni volta un buon compromesso.
Ci racconti un’attività che fate nei vostri laboratori e che potremmo fare anche a casa con i nostri bambini?
Ad esempio, è molto utile far manipolare il cibo ai bambini: impastare, sminuzzare, ma anche semplicemente annusare, giocando, è un’attività ludica che li mette di fronte a nuove esperienze, attraverso cui passa spesso la graduale accettazione di alimenti che in genere non sono graditi. Ricordo ancora, qualche anno fa, in una prima classe delle primarie, dopo aver fatto con le loro manine la macedonia, bambini assaggiare la frutta per la prima volta e, con espressioni di sorpresa, trovarla molto buona!
Ci consigli due testi utili per approfondire questi temi?
Sicuramente Ragazzi, a tavola! di J. Juul e La bussola a tavola di C. Cherchi e S. Pallini.
Ringrazio Giusi per tutte queste informazioni, noi ci stiamo già organizzando per sperimentare con gli amici l’idea della macedonia preparata dai bambini… Per chi è della zona, venerdì 28 Marzo alla Libreria dei ragazzi a Pisa, La MezzaLuna organizza un incontro per i bambini: per partecipare, qui ci sono tutte le informazioni.
Le domande per Giusi sono state discusse anche nel nostro gruppo su Facebook (Parlare con i bambini): alcune sono confluite qui nell’intervista, altre, che richiedevano risposte più articolate, le affronteremo in un altro appuntamento: per rispondere, infatti, abbiamo pensato di organizzare un incontro, probabilmente a Pisa, ma che seguirò per un live sharing, via Twitter e Facebook, in modo da coinvolgere tutti gli amici che stanno lontani. Per essere informati su quando ci sarà l’incontro, potete lasciarci la vostra email oppure iscrivervi ai nostri gruppi su Facebook: ci organizzeremo per raccontarvi l’incontro, per interagire in diretta e per fare domande da casa.
Vi aspettiamo, per continuare insieme questo percorso!
Link
www.giusidurso.com
www.lamezzaluna.org
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