Magazine Cultura
Ma sapete che leggere questo libro è stata una vera e propria tragedia? Mai avuta difficoltà a finire un libro come questo, mai...
Mica perché era difficile. Mica perché era in lingua originale. Mica perché scritto troppo piccolo e ormai i miei occhi non sono più quelli di un tempo.
No, non per questo.
Questo è un libro che ti avvia all'odio, alla cattiveria. È un libro che ti introduce negli angoli più reconditi e nascosti della psiche umana. È un libro, scusate, senza un perché.
Quando ho deciso leggerlo - amo la letteratura classica anglosassone da Jane Austen in giù - pensavo di calarmi nelle dolci atmosfere della campagna inglese tra amori, dolci morti, tradimenti e té con un velo di latte. Pensavo di raggiungere 'i tempi andati', dove i ricchi erano felici e riveriti e i poveri di condizione destinati a lavorare come bestie, ammalarsi e morire nella completa indifferenza di una società terribilmente classista.
Ma invece mi sono ritrovato in una storia fatta di odio puro, gratuito, selezionato, scandalosamente efficace. Con una famiglia che improvvisamente si ritrova a consumarsi senza se e senza ma, e non paga, ad allargare il proprio accanimento chi, per disgrazia, cade sotto le proprie grinfie e obbiettivi.
È un continuo rincorrersi, nella narrazione, di ripicche, cattiverie e vere e propri sorprusi, da parte del pater familias, nei confronti di figli, parenti e aggiunti. Supportato da una servitù, che mai come in questo caso, è servizievole e a servizio.
E il finale non riscatta proprio nulla, se non la morte.
Faticosissimo leggerlo. Sono arrivato alla fine boccheggiante, stremato.
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