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Cina

Creato il 13 maggio 2012 da Elan @Elan_90

No, non sto parlando della regione, bensì della mia piccola pulCina, una cucciola di merlo che trovammo in giardino qualche anno fa, nel periodo pasquale, dopo che erano stati tagliati gli alberi qui in giardino.
Doveva essere probabilmente caduta dal nido, ma era talmente piccolina che ancora non aveva messo nemmeno tutte quelle bellissime piumettine bianche che rendono i pulcini dei veri e propri batuffoli di cotone.

Come dicevo, la trovammo in giardino, seguendo uno strano pigolare che assomigliava proprio al pianto di un bambino, e decidemmo di portarla a casa nella speranza di riuscire a nutrirla fino a trovare qualcuno che fosse stato in grado di occuparsene.
Ovviamente, le nostre speranze di successo erano minori di zero.
Mia mamma, infatti, si era trovata più volte in una situazione del genere, e tutte le volte il pulcino si era rifiutato di mangiare, finendo poi per morire di fame.
Il caso volle, però, che questa volta il mix di pane ammorbidito nell’acqua fece il suo effetto, e la piccola si ritrovò a mangiare di gusto, sotto i nostri occhi meravigliati e adoranti.

Passato qualche giorno, andammo dal veterinario per chiedere consigli su come comportarci, e vi lascio immaginare le nostre facce quando ci risposero “Ormai dovete crescerla voi. Non accetterebbe da mangiare da nessun altro!”
Mia mamma non sapeva se piangere, ridere o disperarsi, io ero solo tremendamente commossa, e mi presi l’impegno di farle da mamma.

Fu tutto tranne che facile!
All’inizio andava tutto bene: a volte la piccola mangiava pane e acqua, mentre altre uno strano pastone che andava preparato sempre con dell’acqua, e imboccarla era semplice utilizzando una pinzetta per sopracciglia.
Anche darle da bere non era difficile: una pipetta contagocce faceva il sostituto del becco, ed era anche tremendamente buffa quando magari si bagnava un pochino e si scuoteva tutta!!
Per non parlare di quanto fosse adorabile quando si addormentava!! Le avevamo fatto una cuccia con del cotone, in modo da fare l’effetto delle ali, ma non si addormentava mai se prima non passavamo un po’ di tempo con lei, tenendola tra le mani e accarezzandole la testina. Era talmente dolce il modo in cui si rilassava…

Poi iniziò a crescere, e il pastone non bastava più.
Alla sua dieta dovemmo aggiungere le camole del miele, dei vermoni che, ci dissero, erano l’equivalente di una fetta di torta per noi!
Ecco, darle da mangiare quelli fu la cosa più disgustosa del mondo, anche peggio di quanto le prendeva voglia di saltellarmi per il braccio prendendolo per la sua toilette personale.

Ma la parte più difficile fu il momento del volo.
Pioveva quel giorno, lei era agitatissima, e noi sapevamo che presto o tardi avrebbe dovuto volare.
Così, sulla scia di “Storia di una Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare”, la portammo fuori, sotto la pioggia, e in men che non si dica la vedemmo spiccare il volo, subito circondata da altri merlotti dal piumaggio scuro.

Non vi sto neanche a dire quanto piansi quel giorno, un po’ di gioia, un po’ di tristezza.
Certo è che Cina – così l’avevamo chiamata – non si fece più vedere…

In questi giorni, però, è successa una cosa strana!
Mi era capitato, per sbaglio, di sbriciolare un pezzo di pane in terrazza e, un po’ per pigrizia un po’ per dimenticanza, l’avevo lasciato lì.
Vi lascio immaginare la mia faccia, però, quando proprio quel pezzo di pane attirò una bellissima merlotta!!

All’inizio non ci avevo neanche pensato che potesse essere Lei, però…
Però questa merlotta non scappa subito, quando esco a guardarla mangiucchiare, e si avvicina spavalda anche all’apertura della finestra, pur col rischio di farsi vedere dagli umani…
Lo so, sono una sognatrice… però mi piace pensare che questa signorina sia proprio la mia Cina!

SAM_1944


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