Se di primo acchito la notizia potrebbe annoverarsi fra quelle di colore, dietro all’iniziativa cinese di inserire il calcio fra le valutazioni scolastiche è presente un progetto di mastodontica portata, con un obiettivo culturale ed economico non indifferente: far diventare la Cina una potenza del calcio mondiale.
Durante una delle riunioni del Consiglio di gabinetto cinese, è stato deciso che il Calcio – (Ti) zuqiu in mandarino – sara inserito fra le discipline sportive insegnate a scuola. Fino a qui tutto regolare, se non fosse che i voti di tali disciplina verranno valutati e calcolati nelle medie complessive dei singoli studenti., come qualsiasi altra materia.
La gestione e la promozione del calcio cinese è stata delegata al Ministero dell’educazione, togliendo l’incarico alla Chinese Football Association perchè coperta da scandali e corruzione. Diversi ispettori del Ministero valuteranno ciclicamente i progressi del progetto scolastico visitando le scuole, redigendo grafici e valutando peculiarità singole e benefici della disciplina, anche a livello sociale.
L’obiettivo, secondo il ministro Yuan Guiren, sarà quello di giungere entro al 2017 a un numero attorno alle 20 mila scuole, fra e medie ed elementari, in cui si insegna il calcio.
Grazie a questa operazione, simile a quella pluriennale adottata dal Belgio che lo ha portato all’ottimo risultato ai mondiali di Calcio, la Cina potrà cominciare a costruire le pareti della propria scalata verso le nazioni big del footbal. A scriverlo è il quotidiano cinese in lingua inglese China Daily – con sede a Pechino e in tutto il mondo – mostrando come la Cina, all’attivo una sola partecipazione ai Campionati mondiali, nel 2002 a casa dei “cugini” coreani-giapponesi, sia attualmente al 99° posto del ranking Fifa. Troppo poco.
Quella manifestazione non andò benissimo: 3 partite perse, 9 goal subiti e 0 goal fatti in un girone composto da Brasile, poi vincitore, Turchia, che chiuderà al terzo posto e un’ottima Costa Rica.
Detto questo, oltre all’inserimento didattico, fra i progetti governativi – dal prossimo anno – ci sarà l’instaurazione di maxi corsi per allenatori, al fine di formare una classe tecnica di 6 mila team manager da spargere in tutto il Paese.
“Lo sviluppo del calcio nelle scuole e’ una pietra angolare nella realizzazione del sogno calcistico cinese di unirsi all’elite mondiale nei piu’ importanti eventi sportivi” ha dichiarato la vice premier Liu Yandong, durante il meeting tra i diversi ministri del governo presieduto da primo ministro Li Keqiang, a quanto pare gran cultore di tale sport.
Ora, cercando di tirare le prime conclusioni, è chiaro che il Dragone Rosso abbia capito da tempo le potenzialità economiche, finanziare e culturali che lo sport più popolare del mondo potrebbe portare dietro la sua scia. Gli investimenti hanno cominciato ad essere consistenti e la visibilità della Chinese Football Association Super League pure. In che modo? Nell’unico possibile, come in passato fecero il Giappone, gli States e L’India: sedurre e ingaggiare per milioni e milioni di dollari stelle del calcio occidentale, nell’ultimo periodo sopratutto italiano. Ecco che allora l’eroe nazionale italiano del 2006, Marcello Lippi, viene ingaggiato nel 2012 dalla una delle squadre più ricche (e più vincenti) della Cina, il Guangzhou Evergrande, con un modico stipendio biennale da 25 milioni di dollari. Alla corte “lippiana” approderanno poco dopo Diamanti e Gilardino. Marcello si dimette dopo due scudetti portati a casa, e chi subentra al suo posto? Uno dei calciatori europei più mediatici del globo: Fabio Cannavaro.
Detto ciò, se si potesse scommettere su una futura candidatura della Cina per ospitare un’eventuale Campionato mondiale di calcio, lo si farebbe al volo. Le ambizioni sono chiare, tutte le strade intraprese da Stato centrale e imprenditoria privata portano a questo target. Il piano organizzativo e di inserimento appare sempre più simile a quello attuato qualche anno fa, quando vennero annunciate in pompa magna la candidatura e poi le assegnazioni dei Giochi Olimpici del 2008 a Pechino.
Comunque sia, nulla di troppo occulto e nascosto. Lo stesso premier Cinese Li Keqiang ha dichiarato, non molto tempo fa, il desiderio di ospitare la competizione.
Per l’assegnazione del 2018 la Russia batté Spagna e Portogallo, Paessi Bassi e Belgio e Inghilterra. Nel 2022 i Mondiali si giocheranno – a scandali e indagini chiuse – in Qatar, che si impose su Australia, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Il giorno in cui si candiderà la Cina, sarà facile per la Fifa resistere al suo “fascino”?