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Cineforum al Cinema Cristallo

Creato il 04 novembre 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Cineforum al Cinema Cristallo

Ecco il programma: 3 novembre Cose dell'altro mondo (Regia F. Patierno)
10 novembre Le donne del 6° piano (Regia P. Le Guay) 17 novembre Tomboy (Regia C. Scianna) 24 novembre Il ragazzo con la bicicletta (Regia J.P. e l. Dardenne) 1 dicembre Carnage (Regia R. Polanski) 15 dicembre Il villaggio di cartone (Regia E. Olmi) -------------------- Fidenza, Cinema Cristallo. Tutti i film avranno inizio alle ore 21


Prossimo film Giovedì 10 novembre 2011 ore 21
Locandina italiana Le donne del 6° piano

"Le donne del sesto piano" di P. Le Guay (Francia) Siamo a Parigi nei primi anni '60. In un vecchio condominio abita Jean-Louis Jobert, agente di cambio. Sposato e padre di due figli, vive un 'esistenza senza scosse fino a quando si accorge che al sesto piano alloggiano alcune cameriere spagnole di servizio presso le famiglie del caseggiato. In particolare è Maria a far colpo su di lui: che sia il classico colpo difulmine? Una "ronde" ricca di sorprese che Philippe Le Guay, erede della migliore tradizione del cinema francese fatta di garbo e di eleganza, conduce con mano leggera.


La recensione
Un ritratto anticonformista del perbenismo degli anni Sessanta Giancarlo Zappoli  Parigi, 1960. Jean-Louis Jobert conduce la sua piatta vita di esperto finanziario vivendo con la moglie Suzanne e ricevendo ogni tanto la visita dei due figli mandati a studiare in collegio. Nella soffitta (definirla mansarda costituirebbe un eufemismo) vive un gruppo di donne spagnole spesso maltrattate dalla portinaia. Jean-Louis non si cura di loro fino a quando la vecchia governante non si licenzia per divergenze con Suzanne. Viene assunta la nipote di una delle iberiche, Maria, appena arrivata da Burgos. Jean-Louis comincia ad interessarsi a lei e, per traslato, alla vita delle sue compatriote che decide di aiutare nelle loro difficoltà quotidiane.
Il cinema francese ha, tra le qualità che anche i più ostinati detrattori non possono non riconoscergli, quella di saper portare sullo schermo commedie la cui apparente leggerezza si rivela tale da farle apprezzare dal pubblico più vasto ma che, osservate con attenzione, si rivelano più significative di quanto non appaia a un primo sguardo superficiale. Quando poi si hanno a disposizione lo sguardo e il sorriso di un attore come Fabrice Luchini il gioco risulta ancora più facile. Perché non sono moltissimi gli attori che, come lui, sanno offrire con un rapido cambio di espressione la sensazione di una vita spesa nella più banale delle routine nel momento in cui intravede la possibilità di un cambiamento radicale. Basti ricordare, tra i film giunti in Italia, Confidenze troppo intimedi Patrice Leconte. Sullo sfondo di questa storia di progressiva conoscenza reciproca (che nasce da un bisogno di condividere piccoli sprazzi di ordinaria umanità fra culture diverse e solo successivamente si trasforma in amore) si muove la Storia. Quella di una Spagna da cui si fugge perché il franchismo domina e quella di una Francia gollista in cui si può divorziare ma in cui regna il più ammorbante dei conformismi in ambito borghese. Osservate Sandrine Kiberlain nei suoi completi e perfino nelle sue camicie da notte sempre ispirate a un decoro formale in cui l'apparenza finisce con il costituire l'unica sostanza e avrete un ritratto perfetto di un'epoca a cui il tanto vituperato '68 avrebbe almeno dato una scossa.


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