Magazine Informazione regionale

Cineforum al Fidenza: Nevi del Kilimangiaro

Creato il 11 marzo 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

In foto Jean-Pierre Darroussin (59 anni)

Nevi del Kilimangiaro 
Giovedì 15 marzo alle ore 21
Cineforum al Cinema Cristallo a Fidenza


Dramma sociale leggero come un palloncino
Marzia Gandolfi (da My Movies)
Locandina italiana Le nevi del Kilimangiaro
Michel non ha più un lavoro ma ha ancora una moglie a cui lo legano trent’anni d’amore, due figli e tre piccoli nipoti. La sua vita serena, trascorsa all’insegna dell’amicizia e della solidarietà, viene bruscamente interrotta da una rapina, in cui resta coinvolto e sconvolto insieme alla compagna, alla sorella e al cognato. Deciso ad ottenere giustizia e a recuperare il maltolto e due biglietti per l’Africa, regalo di anniversario dei figli, Michel scoprirà accidentalmente che uno dei suoi rapitori è un giovane operaio licenziato insieme a lui. Amareggiato ma persuaso all’azione, lo denuncia alla polizia che lo arresta davanti agli occhi dei due fratelli minori. Il ragazzo rischia adesso una pena di quindici anni e una detenzione lontana dai fratellini di cui da anni si occupava da solo. Dopo un duro scontro verbale col suo rapitore, Michel lo colpisce con uno schiaffo. Il gesto involontario lo getta in una profonda crisi da cui riemergerà interrogandosi sulla sua vita, sul valore del perdono e sul futuro di due bambini scompagnati.
Ispirato dalla “Les pauvres gens” di Victor Hugo e accompagnato dalla canzone di Pascal Danel (che fornisce il titolo al film), Le nevi del Kilimangiaro è il nuovo dramma sociale di Robert Guédiguian sulla disoccupazione e la dolorosa perdita della dignità. Nondimeno è un’opera leggera come un palloncino, che racconta la vita quotidiana di una coppia aperta e accogliente alla maniera dei cortili che abita. Ancora una volta il regista marsigliese mette in scena una piccola storia che ha il sapore e la solidarietà del cinema del Fronte Popolare. Partendo da un licenziamento, quello del protagonista, il film avrebbe potuto precipitare in un dramma da socialismo reale, al contrario il clima è lieve e gioioso, si ride spesso e si rimane sedotti dalla voglia di vivere di due coniugi operai che lottando negli anni Settanta sono andati 'in paradiso'. Il loro paradiso è la casa che hanno costruito e la famiglia che hanno formato ed educato ad essere onesta e di grande cuore. Ma il cinema di Guédiguian non si è mai fermato alle mura domestiche, scendendo in strada attraverso quelle finestre e quelle porte sempre spalancate sul mondo e sulla società. Ed è proprio da quei varchi che il brutto del mondo entrerà, portandosi via ‘proprietà’ e sicurezze ma insieme offrendo una possibilità di comunione e partecipazione. Perché il ragazzo che ha occupato il loro Eden, derubandoli, è un giovane uomo di una generazione cresciuta senza testimonianze né esempi di quella che un tempo era la lotta di classe, ovvero un modo (giusto) di cambiare la vita di chi è sempre in soggezione. E a questo punto Le nevi del Kilimangiaro gioca le sue carte migliori per rigore e sensibilità, portando alla coscienza del protagonista la necessità di fare qualcosa, individuare una possibile canalizzazione del malessere giovanile in funzione di una nobiltà d’animo che risollevi il morale e la morale. È la forza dell’etica la cifra del cinema di Guédiguian. L’unica che resta. Come restano nella memoria e negli occhi le immagini dei suoi corpi proletari, fragili nel loro errare, tenaci nel loro cercare, abili a capire la generosità di un gesto. Daccapo Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan interpretano il suo cinema operaio e la forza discreta dell’esempio. L’esempio che emerge dal silenzio commosso di un’intesa in riva al mare. Infine Le nevi del Kilimangiaro è una miscela di disincanto e romanticismo che sta a metà strada tra un poema popolare e una canzone pop.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :