Quando un film riesce a farti piangere, vuol dire che ha toccato la tua Anima, in una parte ferita o in un vissuto a cui si è legati affettivamente. Questo è stato per me guardare il film il Rosso e il Blu di Giuseppe Piccioni. Non mi capita quasi mai di vedere per due volte lo stesso film, può succedere qualche volta, a distanza di anni, solo nel caso di film antichi nella memoria e quindi rivisti con nuove lenti esperienziali… comunque raramente.
Questo week end, come ormai tutti i lettori di Psises sanno, una brutta influenza mi ha tenuto a casa e al pomeriggio non sono stato impegnato con il lavoro, per cui mi sono guardato da solo questo film, pensando in realtà di non togliere niente a Daniela (moglie), che stava lavorando, che di solito è compagna di condivisione della passione per il cinema, passione che ci lega da anni.
Quando è tornata dovevamo rivederlo insieme, non potevo permettermi che se lo perdesse e con noi ha voluto esserci nostra figlia (che ha letto il mio entusiasmo ma che da buona adolescente non ha alla fine del film tanto gradito)… ancora una volta, anche alla loro presenza mi sono commosso.
E’ un film sulla scuola vista non come struttura, edificio, organizzazione, luogo di pedagogia e di in-segnamento (segnare dentro), aule etc. ma come luogo di incontro tra persone che vivono e che quindi esprimono Sé stessi, i propri vissuti, le proprie gioie e sofferenze, le storie uniche di vita… siano esse insegnanti, alunni, presidi…
Giuliana (Buy) è la preside scrupolosa di un liceo, arriva sempre per prima, predisponendo e perfezionando aule e servizi. Fiorito (Herlitzka) è un professore di storia dell’arte che ha perso il gusto della bellezza e dell’insegnamento. Prezioso (Scamarcio) è il giovane supplente di lettere che vorrebbe salvare il mondo e interessare i suoi alunni a colpi di poesia.
Guardate questo film e poi mi dite cosa vi ha smosso…
Alla fine vi chiederete e mi chiederete… “perchè ha pianto tanto?”
Mi piace raccontarvela così… una parte per i ricordi degli gli anni della scuola, anni bellissimi nonostante le inquietitudini e le vicessitudini familiari e adolescienziali, le quotidianità non sempre facili da affrontare… ma la gran parte pensando ai ragazzi oggi in difficoltà, ai miei giovani pazienti, che mi raccontano della propria vita, della difficoltà a vivere l’adolescenza di oggi, di genitori a volte impreparati, della scuola e dell’impatto con alcuni docenti (quelli perfetti in apparenza come la Preside), che a volte con il loro Essere provati dalle proprie vite e limitati nella psichicità, perdono la possibilità di accompagnare, sostenere e ancor più empatizzare con la parte più sana e creativa del nostro sistema: i giovani… il nostro futuro.
… “C’è qualcosa nell’arte, come nella natura del resto, che ci rassicura e qualcosa invece, ci tormenta, ci turba. Ci rassicura un prato verde pieno di fiori, un cielo azzurro senza nuvole, ci turba l’immobilità di un lago, la violenza di una tempesta; ci placa la bellezza di una statua greca, Fidia o la Venere di Milo, ci sgomenta il monaco di Friedrich solo dinnanzi all’immensità del mare.
Due sentimenti eterni in perenne lotta, la ricerca dell’ordine e il fascino del caos: dentro questa lotta abita l’uomo, abitiamo tutti, ordine e disordine. Cerchiamo regole, forme, canoni, ma non cogliamo mai il reale funzionamento del mondo, la vera forma di tutto quello che è fuori di noi e quello che è dentro di noi, e questo per gli uomini è un eterno mistero… e l’incapacità di risolvere questo mistero ci terrorizza, ci costringe ad oscillare tra la ricerca di un’armonia impossibile e l’abbandono al caos…” (il rosso e il blu)