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CINEMA - Vecchie recensioni: “A BEAUTIFUL MIND”, l'equazione dell'amore.

Creato il 28 dicembre 2011 da Andreakur
Princeton, 1947: “I matematici hanno vinto la guerra, decodificando i codici giapponesi e inventando la bomba atomica”. Il messaggio di benvenuto del Rettore Rosen (al secolo Christopher Plummer), ai neolaureati in cerca di specializzazione e di gloria, non scuote più di tanto il misterioso genio della Virginia occidentale, John Forbes Nash jr (ossia Russell Crowe), che non è un rampollo aristocratico né è interessato a intrattenere rapporti sociali. Tanto che mentre altri giovani geni hanno gli ormoni in fibrillazione alla vista di belle ragazze, John tenta la carta dell’approccio scientifico, una sorta di sesso per “scambio di sostanze fluide”. Per lui l’importante è rincorrere la grande scoperta. Così evita le lezioni e sulle finestre della sua stanza crea, studia ogni singolo movimento, ogni piccola traccia che porti alle dinamiche dominanti. E’ così bravo Nash che nel ’53 lui e le sue dinamiche dominanti approdano al Pentagono dove l’oscuro William Parcher (il grande Ed Harris) lo richiama all’amore per la Patria: missione top-secret, c’è da codificare il linguaggio della Nuova Libertà russa, intenta ad attentati più o meno dinamitardi negli States. Nel frattempo John, per contratto, insegna in modo non meno schizzato di tanti nostri professori universitari. Ma tra i suoi alunni conoscerà la donna del suo cuore, Alicia (Jennifer Connelly), che lo circuisce, manda in tilt il suo cervellone tanto da chiederle di sposarlo attraverso “dati empirici verificabili”. Alicia è cotta, i due sono felici ma ben presto John darà sfogo alle sue schizofrenie. E allora lei diventa madre e moglie coraggio insieme, una Santa donna che nel dicembre del 1994, a Stoccolma, verrà ripagata di tutte le sofferenze: infatti, la teoria dell’equilibrio vale a John Nash il Nobel per l’Economia e dal pulpito lui la ringrazierà pubblicamente per non averlo mai abbandonato. E’ l’equazione dell’amore, semplice e lineare, senza formule né alchimie. Forse proprio questo cuore pulsante potrà indurre la giuria hollywoodiana a consegnare l’Oscar alla pellicola, tratta dalla biografia (“A Beautiful mind”) di Sylvia Nasar e ispirata alla vita reale di Jonh Forbes Nash jr. Il regista, si scrive l’ex roscio Richie Cunningham ma si legge Ron Howard, ha colpito nel segno, azzeccando tutto, cast compreso: soprattutto Russell Crowe lo deve ringraziare, scrollandosi di dosso l’etichetta di belloccio impossibile ne “Il Gladiatore”e consegnandogli un ruolo, quello del protagonista, che Crowe riesce ad interpretare con scioltezza. Il film, distribuito dalla United International Pictures, uscirà in Italia il prossimo 22 febbraio ed è di quelli da non perdere. Davvero.

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