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CINEMA - Vecchie recensioni: ROLLERBALL, il trionfo dell'americanata.

Creato il 12 gennaio 2012 da Andreakur
Due pazzi scatenati, siluri umani in una sorta di bob metropolitano, lesti a scambiare le strade di New York per il Gran Premio cittadino di Phoenix, dove ovviamente gli stop sono optional per pivellini mentre zigzagare tra bisonti di acciaio e macchine più o meno sfolgoranti, è davvero fico. Così si presenta all’inizio “Rollerball”, pellicola diretta da John McTiernan dal quale era senz’altro lecito aspettarsi di più, vista la sua firma in “Trappola di cristallo”, “Predator”, “Mato Grosso”, “Caccia ad ottobre rosso” e via dicendo. Centodiciotto minuti di americanata pura, sana per gli aficionados dell’azione più trash che esista, dove secondo il copione Jonathan Cross (al secolo Chris Klein) è il giocatore di hockey più famoso degli States (nonché uno dei due pazzi di qualche riga sopra) che viene reclutato al volo per strada, alla fine della suddetta corsa, dal colored amico Marcus (LL Cool J). Proposta indecente o quasi: fare parte di una squadra multietnica e mista di ceffi presi in giro per il mondo, pronti a dividersi gloria e soldi nel circuito del rollerball dell’Asia centrale. Le cose peggioreranno quando il creatore di questo gioco infernale, tale Petrovic (Jean Reno), opterà per partite violente che alzano l’audience. Un po’ come la Formula 1, dove la gente aspetta l’incidente e la sua presunta spettacolarità. Così nell’arena di turno i gladiatori del rollerball se le danno di santa ragione, aizzati da una sterminata folla di minatori ben poco contenti del loro salario minimo. In tutto questo marasma di frenesie ambulanti c’è persino uno stralcio di love story tra il protagonista e la tenebrosa Aurora (Rebecca Romijn-Stamos, quella di X-Men), un amore alternativo, nato tra gli attrezzi di una palestra spaccaossa, di quelli targati Denim, con l’uomo che non deve chiedere mai. Tanto c’è la donnina che fa tutto. Fosse vero…

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