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Cinquanta sfumature di noia

Creato il 08 luglio 2012 da Pa1978 @peverina

Cinquanta sfumature di noia.
Cinquanta sfumature di noia.
L'ho letto.
Ci ho messo poche ore, ma diluite in 4/5 giorni perchè altamente urticante.
Ogni sera ci provavo a farlo fuori in fretta (vi assicuro che non richiede un grande impegno intellettuale) ma poi mi irritavo.
L'ho letto perchè non potevo farne a meno, ero curiosa, tutta la stampa e tutta la rete ne parla e vi assicuro che non mi aspettavo nulla di diverso da quello che ho letto, ma il lavoro sporco andava comunque fatto.
Punto primo.
Scritto malissimo.
Mi dicono che la versione originale è di qualità scadente; la traduzione è addirittura offensiva. Per prima cosa voglio segnalare un grosso errore di impostazione generale. I dialoghi sono virgolettati, come sempre, ma stavolta virgolettati sono anche i pensieri che scorrono nella mente della protagonista. Così devi fare lo "sforzo" per tutto il tempo di capire se quella frase viene detta a voce alta o solo pensata. Al di là del fatto che poi ci arrivi facilmente, a capirlo, si tratta di un vero e proprio errore, non so se voluto dall'autrice, o dalla casa editrice. Se è voluto, è una vera stronzata. Irritante. Del resto, l'orticaria non si ferma a questo, che è un dettaglio notato soprattutto da noi addetti ai lavori nel mondo dell'editoria. L'orticaria si diffonde tra tutti quei lettori di livello appena appena medio presi in giro da un uso degli aggettivi imbarazzante. Tante, troppe ripetizioni: perchè chi ha scritto non ha consultato più spesso un dizionario dei sinonimi? Ci annoiamo per pagine e pagine nel vedere descritto il protagonista sempre con gli stessi discutibili banali aggettivi, per poi renderci conto che i due personaggi restano di uno spessore di carta velina, sottili sottili, per nulla approfonditi. Non va oltre ai triti clichè da romanzetto Harmony di un aspetto fisico strepitoso per entrambi, e anche quando si passa al carattere dei due la cosa non prende certo una piega migliore. Noi lettori desideriamo una certa cura, una certa ricerca da parte dello scrittore, veniamo colpiti da un certo modo di esprimersi, da un'astmofera tutta unica che si viene a creare; io quando leggo sento profumi, odori, anche puzze, se necessario. Quando leggo un vero libro sento il vento che sbatte contro alle pagine, o l'afa di un pomeriggio di canicola.
Questa lettura è asettica, limitata, mediocre e furba come un pranzo in autogrill.
I libri che leggo di solito sono banchetti barocchi e saporiti preparati dai migliori cuochi francesi.
Ora devo uscire, ma tornerò con il punto due, e il punto tre, e forse il quattro.
Perchè la signora James mi ha fatto proprio incazzare!
"se c'è una cosa che è immorale è la banalità"
(Afterhours)


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