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Oggi vi sembrerà domenica, perché in fondo ieri vi sembrava sabato. Insomma, questo weekend lungo ci ha un po' scombussolati, ma in senso buono: come il cambio d'orario quando ti fa dormire un'ora in più (continuo a confondere l'ora legale e quella solare e le chiamo "Il passaggio di quando dormiamo un'ora in più" e "Il passaggio di quando dormiamo un'ora in meno"). Ad ogni modo, oggi è sabato, e i cinque dischi di oggi sono dedicati al motivo per cui è stata festa anche ieri: ecco dunque cinque dischi per la libertà.
1. Giorgio Gaber - La libertà
Il signor G a me sta davvero molto simpatico. Ha avuto un modo di raccontare le cose e di illuminare certi brogli difficili che è peculiare. Una lucidità disarmante, accompagnata da un'ironia che spesso è l'unico modo che si ha per salvarsi la pelle. E dunque la cinquina dedicata alla festa più importante del nostro Paese inizia con lui, che ha intitolato il suo ultimo disco "Io non mi sento italiano". E sempre con la stessa lucidità di cui parlavo poc'anzi, negli anni Settanta uscì questo brano, che fa sempre bene riascoltare, come farebbe bene tener sempre presente - soprattutto a proposito del sentirsi o meno italiani, del volersi lamentare di cosa in questo Paese non funziona - che "la libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto o un'invenzione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione."
2. Bob Dylan - Chimes of freedom
Da uno che parlava chiaro come Giorgio Gaber, a uno che mi mette sempre terribilmente in difficoltà. Non che non sappia scrivere o cantare, anzi. È proprio che quando Bob Dylan parla non si capisce niente. Sono fermamente convinta che di tanto in tanto infili in dischi e interviste delle clamorose supercazzole, ma va detto che - nonostante ciò - è uno straordinario cantastorie, nel senso più nobile del termine. "Chimes of freedom" è una canzone di protesta tra le più classiche del repertorio di Dylan, di quelle che - suonate al momento giusto (e magari dalla chitarra giusta) - rendono epico anche il più piccolo gesto di libertà. Per quanto ogni gesto di libertà sia a suo modo grandioso.
3. Paul MacCartney - Freedom
Questa ve la propongo live: giusto per ricordarci che arrivare incommensurabilmente fighi alla terza età è possibile. Mi sembra un bel messaggio di speranza per tutti. Comunque, veniamo alla canzone, che fu scritta da Sir Paul dopo gli attentati dell'undici settembre 2001; per la precisione, esattamente il giorno dopo. Anche se si parla della libertà come qualcosa per cui combattere, MacCartney ha voluto più volte specificare che non c'è nulla che sia in contrasto con il suo animo notoriamente pacifista: è solo un modo per dire che la libertà è qualcosa che va guadagnato e poi difeso. In effetti io Paul MacCartney non lo immagino a far male neanche alle zanzare in agosto. Ma neanche quando gli vanno a ronzare all'orecchio alle due di notte.
4. Devo - Freedom of choice
"Freedom of choice" è anche il titolo del terzo disco degli americani Devo. Nella canzone, si incita abbastanza esplicitamente a usare la libertà di scelta; chiaramente io sono andata in totale trance quando ho visto il video, che mi ha fatto venir voglia di rispolverare il mio vecchio skate, cospargermi preventivamente di pomate lenitive e cerotti, e lanciarmi in ogni anfratto simile a un half-pipe. Il video è comunque pieno di altre immagini mirabili (che in parte seguono didascalicamente il testo della canzone): gli anni Ottanta danno sempre grandi soddisfazioni, da questo punto di vista.
5. David Hasselhoff - Looking for freedom
Chiudo anche questa volta con una perla pescata dalle insondabili acque glitterate del passato. Per voi, sprovveduti, che credevate che David Hasselhoff salvasse soltanto le vite correndo sulle sterminate spiagge della California col suo bel costumino rosso, o che si limitasse a scorrazzare a bordo di una macchina nera parlante. Eccolo qui, fonatissimo e in posa come un modello di Postalmarket, che ci mostra anche le sue straordinarie doti vocali. Le macchine ci sono anche qui, ma manca il costumino rosso… la trama del tutto non mi è molto chiara, effettivamente, ma vogliamo davvero cercarla? Ascoltiamolo cantare "Cerco la libertà" dai posti più improbabili, tipo un letto d'ospedale. Per inciso, la canzone è stata al primo posto in classifica per ben otto settimane nella Germania Ovest; a tal proposito, forse non tutti sanno che, Hasselhoff cantò "Looking for freedom" al concerto di capodanno proprio a Berlino, poche settimane dopo la caduta del muro. Non scherzo, eh, eccolo qui:
E va be': ognuno è libero di sentirsi libero cantando ciò che vuole.
P.s. se qualcuno sa dove si trovare la giacca con le lucente che indossa Hasselhoff, me lo faccia sapere. Grazie.
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