Cinque dischi per...Il Brasile.

Da Farmacia Serra Genova
Signora mia, son passati già quattro anni! Ma come vola il tempo! Voi direte, cari lettori, "Signora a chi?"; ma dovete sapere che quando si fa un discorso nostalgico, l'interlocutore è sempre una "signora mia", anche se state interloquendo con un omone grande quanto una sequoia. E dunque sì, signora mia, son già passati quattro anni ed eccoci alle prese coi mondiali un'altra volta. Bandiere ai balconi, scaffali del supermercato saccheggiati nel reparto birra e patatine ogni volta che gioca l'Italia (ma anche le altre squadre, eh), esodi di massa in stile fantozziano per seguire tutto a partire dal fischio d'inizio, calendari, pronostici, ventilatori, urla, abbracci, vittorie (si spera tante) e sconfitte (si spera poche). Avevo dunque pensato di scegliere cinque canzoni pescandole dal repertorio dei brani ufficiali scelti da FIFA per ogni campionato. Ma poi mi sono accorta che erano quasi tutti improponibilmente brutti, e non ho voluto infliggervi questa tortura. E dunque eccoci pronti al fischio d'inizio con cinque dischi per il Brasile (2014).
1. Sergio Mendes - Mas que nadaBeh sì, la voce non è esattamente quella di uno che si chiama Sergio. Infatti, Mendes (in questo video, al pianoforte) ha riarrangiato la canzone, affidandola poi alla voce di queste graziose signorine con delle palle demolitrici appese ai lobi delle orecchie (e noi che pensavamo che Miley Cyrus si fosse inventata qualcosa di nuovo). Mas que nada è stata adottata e adattata da tantissimi musicisti nel corso degli anni, ma sempre, in qualsiasi arrangiamento, evoca le spiagge del Brasile e le improvvisate partite di calcio sotto il caldo sole di Rio.
2. Antonio Carlos Jobim & Elis Regina - Águas de marçoÈ una canzone di "questo e quello", un elenco divertito e divertente di immagini che formano collage nella mente e negli occhi di chi ascolta. Imparare tutto il testo senza sbagliare l'ordine dei vari oggetti, fiori, feste (nomi, cose, città) può essere un ottimo esercizio di memoria. Quasi quanto imparare il calendario di tutte le partite di tutti i gironi di Brasile 2014. 
3. João Gilberto - DesafinadoLo so che il Brasile non è soltanto bossa nova, ma come si può lasciar fuori un pezzo del genere? Pare che questa canzone sia nata per stanare i cantanti capra. No, non sto parlando di qualche strano sagittario della mitologia brasiliana, ma proprio di cantanti incapaci di cantare: Desafinado (che significa, appunto, "stonato"), sembra semplicissima, leggera, una robina da cantare al volo, e invece pare non sia facile come sembra. 
4. Astrud Gilberto, João Gilberto e Stan Getz - La garota de IpanemaUna canzone che abbiamo incontrato già nel corso della nostra rubrica (i ragazzi della Farmacia Serra mi hanno informato che abbiamo già superato un anno di dischi insieme! Prima o poi farò una torta per festeggiare). Una canzone che fa capire l'importanza del contesto, e quanto trovarsi in un posto anziché un altro possa fare la differenza. Se Isaac Newton si fosse trovato al tavolino di uno Starbucks, quanto ci avrebbe messo a teorizzare le leggi gravitazionali? Anziché una mela in testa, avrebbe dovuto aspettare che gli cadesse il choco-moka-frappuccino a terra, forse. Beh, lo stesso succede in questo caso: la "garota", la ragazza, se passeggia per Ipanema, si sente dire "aaaah", ed è lodata e ammirata da tutti quelli che la vedono passare. Probabilmente, la stessa ragazza, passeggiando per la Garbatella, si sarebbe sentita dire "A fataaa!", e la canzone si sarebbe intitolata "La bonazza de la Garbatella". Il contesto fa un sacco, cari lettori.
5. Elio e le storie tese - Canzone mononotaForse non tutti sanno che, quando ero gggiovane, scrissi un saggio di non-so-più quante pagine su "La terra dei cachi" di Elio e le storie tese. Non ho intenzione di tediarvi con un saggio, volevo solo dire che ci sarebbero tantissime cose da dire anche sulla canzone mononota. Ma siccome siamo nella cinquina dedicata al Brasile, mi limito a dire che quest'ennesimo colpo di genio di Elio e le storie tese si lega al Brasile nella misura in cui Elio ce la fa, a fare una canzone tutta di una nota sola ("anche se l'ultima nota era un'altra nota"), e invece Jobim, nella samba di una nota sola (eccola  ) "se ascolti attentamente, dopo un po' cambia: Jobim non ha avuto le palle di perseguire un obiettivo. Non ci ha creduto fino in fondo, invece noi sì". Una dichiarazione perfetta anche per un post-partita. Teniamo le dita incrociate e crediamoci fortissimo, più di Jobim.

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