Cinque euro

La notizia non è marcia di giornata ma fa (schifo) lo stesso.
Viene dalla provincia di Ragusa, dove un uomo di trent'anni si è impiccato perché il supermercato dove lavorava lo aveva licenziato, accusandolo di aver intascato cinque buoni sconto del valore di un euro ciascuno. Il licenziamento è avvenuto qualche settimana fa, subito P.C. (queste le iniziali del nome) si era mosso con l'ausilio del sindacato Uil, al quale era iscritto, per ottenere la revoca del licenziamento. Licenziamento che era avvenuto effettivamente con l'accusa nei confronti del giovane di aver sottratto alla grande catena GDO il controvalore di cinque euro. Accusa che sarebbe stata esaminata dal giudice del lavoro proprio il 15 gennaio, giorno in cui è stato ritrovato il cadavere di P.C., che lascia una moglie e un figlio di pochi anni. Si è parlato e scritto di "dramma del lavoro", oggi ci tocca anche questo: il lavoro che non c'è e se c'è è precario, somministrato, chiamato ma pure non tutelato, pericoloso ( "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene", ma vaffanculo al Ministero del Welfare!), mortale. "Il dramma del lavoro ha mietuto un'altra vittima", un uomo che non ha retto al peso di un licenziamento ingiusto e infamante, una vergogna dalla quale basta poco per sentirsi risucchiati, con l'incubo di ritrovarsi disoccupati in un periodo di crisi nera, additati come ladri di galline (che poi con 5 euro te la sogni una gallina). Mi sono venuti in mente i grandi Capitani di impresa, i patrioti che hanno "salvato" Alitalia, gente che ha sul groppone decine di fallimenti, una bancarotta fraudolenta dietro l'altra eppure rimangono stimatissimi e pieni di loro stessi. Poi ho pensato a Ruby-Karima, la Giovanna D'Arco della politica italiana, il "culo" per sua stessa ammissione (o forse di Berlusconi), che avrebbe chiesto 5 milioni di euro per vendere il proprio silenzio e salvare il culo molto meno desiderabile del suddetto Primo Ministro e mi sono interrogato sul significato del denaro.
Infine ho vomitato bile.