Ormai sono vittima dei meme. Non riesco a lasciarli perdere, e se anche per qualche giorno faccio finta di nulla, poi loro tornano e mi tocca assecondarli. Perché, alla fine, sono utili, fanno riflettere e permettono di scavarsi dentro e vedersi con occhi nuovi. E questo penso sia positivo! Quindi, eccomi a raccontarvi i miei cinque futuri ipotetici, quelli possibili fra dieci anni da adesso. L'idea è nata nel blog di Davide Mana, amico basista e bravissimo blogger, ed è strutturata in maniera molto semplice: come ci vedremo, fra dieci anni, considerando quello fatto finora?
Beh, visto che il primo che mi è venuto in mente era "potrei non esserci più e nessuno si ricorda di me", e questo ha dato il via ad una sequela di brutti flashback, ho deciso che cercherò di mostrarvi solo quelli positivi, quelli in cui c'è ancora qualcosa per cui valga la pena sperare. Partiamo, quindi, ricordandovi che non esiste alcuna preferenza, sono elencati nell'ordine in cui mi venivano in mente.
Casa,
chiesa, e la domenica a falciare l'erba del prato
Eh sì, una famiglia,
magari due bei frugoletti, un maschio e una femmina, Margherita che mi aspetta
a casa, di proprietà ovviamente, un bel giardino e la tranquillità di avere una
vita felice e serena.
Cosa cambia da
adesso, chiederete. In fondo nulla, ma il sistema su cui si basa tutto è
migliorato, la classe politica è stata sostituita da persone che hanno davvero
a cuore la gente e, seppur la vita non sia cambiata poi molto, almeno la si
vive meglio.
La
grotta dei sapori
Che Sono un cuoco
l'ho già detto, lo ripeto solo per quelli che ancora non lo sapevano. Quindi mi
vedo, nella cucina del mio ristorante, magari poco fuori città, costruito nella
cantina, in pietra, di un vecchio casolare. La cucina è semplice ma gustosa.
Vecchi sapori che si ritrovano, che tornano e rendono la gente contenta senza
troppi fronzoli.
Margherita, sempre
lei, che cura la parte amministrativa, i due frugoletti che scorrazzano nel
parco adiacente, e una schiera di animali a farci compagnia.
Ah, io vivrei al
primo piano, con la finestra della camera da letto che da su un enorme campo di
grano.
Non
siamo soli
Il 21 dicembre, a
dispetto di chi fomentava distruzioni e apocalissi, è arrivato con lo splendore
di una nuova consapevolezza. Non siamo soli nell'universo e i nostri vicini di
casa, magari provenienti proprio da quella costellazione chiamata Lira, hanno
deciso che era giusto il momento di farsi vedere.
La loro comparsa ha
portato rivoluzioni in ogni campo: l'energia non è più un problema, le foreste
adesso sono tornate a vivere e in tutto il pianeta non esistono più guerre.
Viviamo in simbiosi con loro, con spolette che percorrono la tratta dal nostro al
loro pianeta in meno di poche ore, permettendo un'integrazione che ha
modificato per sempre la percezione che abbiamo di noi stessi.
Lo so, questa è
l'ipotesi più utopica, la più estrema, ma va bene così.
Scrivere,
scrivere, scrivere
Non si sa come, ma
quello che ho scritto è piaciuto. Non da farsi venire il mal di testa, ma
sufficiente a vedere il proprio libro in classifica.
Odio però il
sistema, quindi mi affido a Margherita per le questioni burocratiche. In fondo,
quello che voglio, è scrivere, e basta.
Il resto non
importa, non fa per me, e se un giorno dovessi smettere di vendere i miei
libri, poco importa: scriverò lo stesso!
Addio,
e grazie per tutto il pesce
Me ne sono andato.
Non so i motivi, magari solo per una scelta personale, fatto sta che ho mollato
tutto, sono partito e viaggio con quello che trovo. Ho sempre i libri con me,
compagni inseparabili, e di tanto in tanto faccio qualche lavoretto per poter
mangiare e dormire.
Mi piace la mia
nuova vita, ho conosciuto una miriade di persone diverse e ho fatto esperienze
che la maggior parte delle persone si sogna. I luoghi che ho visitato, e che
visiterò, mi arricchiscono, mi completano e mi portano a vedere la vita sotto
aspetti che prima nemmeno sapevo esistessero.
Ho mangiato
schifezze, conosciuto culture opposte alla mia e ho imparato lingue.
Cosa potrei volere
di più?
