Magazine Diario personale
Cinque solstizi d'estate fa, una quasi ventinovenne si svegliava con due occhiaie cosi' per diventare sposa.
Gli ultimi tre mesi erano colati via in un lampo: ogni mattina la sveglia del cellulare trillava fastidiosa come il trapano del dentista alle sette meno quindici minuti: doccia fatta la sera prima di dormire, vestiti da mettere gia' pronti sulla sedia, zainetto gia' preparato.
Il tempo di far colazione, passare dal bagno, vestirsi, precipitarsi giu' per tre piani di scale, fare i due km di pave' da casa alla stazione dei pullman extraurbani, infilarsi come sempre ultima passeggera su quello delle 7.30 per Famagosta.
Attraversare ansante il pullman, ai posti in fondo dove i tre fidi amici di pendolio ne tenevano sempre uno per lei: lo Stefano, la Stefania, l'Ingegnere e il Geometra.
Chiacchere e scherzi, oggi ci sara' il sole dopo la Nebbia, a Binasco?
Arrivata a Famagosta, di nuovo di corsa giu' nella metro, cambia a cadorna, svegliaaaaa non ti sbagliare non prendere la rossa per bisceglie ma quella per rho, non ti addormentare, non ti addormentare....uruguay sveglia che devi scendere alla prossima.
Pick up di brioche calda e buonissima al baretto tenuto dai Cinesi dentro la Stazione di Bonola, ancora 10 minuti a piedi, badge, terzo piano, ciao Laura, caffe'.
Alle cinque e mezzo, parte la sequenza di cui sopra a riavvolgimento rapido: grazie mamma per la cena, skype con il Senator e poi mettersi a mandare milioni di emails per trovare al miglior prezzo ristorante, fioristi, scarpe, confetti, autobus a noleggio, stanze di alberghi, caratteri polacchi per stampare le partecipazioni, idee per i coni di riso e qualsiasi altra cosa collegata al matrimonio.
Verso l'una normalmente nanna, e cinque ore e quarantacinque minuti dopo via, si ricomincia.
Insomma, io me li immaginavo che alla fine il prete del corso prematrimoniale, da me seguito da single, che il mio fidanzato lo fa dove e' lui, a Bruxelles, la fiorista, che le decorazioni le scelgo io tanto il mio fidanzato e' a Bruxelles, il signore del negozio del vestito sposa, ah sua nuora e' della repubblica ceca? pensi che il mio fidanzato e' polacco, e insomma tutti quelli che hanno avuto a che fare con me in quel periodo, un minimo di dubbio ce l'avessero, che sto fantomatico fidanzato polacco che sta a Bruxelles ma poi nemmeno perche' viaggia sempre e comunque ora ha cambiato lavoro e non e' piu' a Bruxelles da dieci giorni ma a Ginevra, forse non esisteva, e il 21 giugno 2008 alle 15.00 mi sarei presentata in Chiesa da sola, una povera pazza.
Mia mamma seminava in giro per Pavia certezze, dicendo che lei lo aveva visto, che era tanto un caro ragazzo, che era perfino venuto per comprare le fedi (eh, l'idea di mandare un gesso per posta del dito c'era venuta...) e fare il consenso col prete, per il quale dovetti reperirne nella diocesi uno angloparlante.
Infine il famoso polacco di Bruxelles anzino ora di Ginevra, si presento' il diciannove di giugno, in tempo per raccogliere tutta la famiglia arrivata a Orio al Serio, far conoscere i nostri genitori per la prima volta, guardarci in faccia noi che non ci vedevamo ormai da quaranta giorni, tolta quella volta che andai in giornata a Ginevra per aiutarlo a trovare casa, che poverino viveva in un alberghetto orribile e quando finiva di lavorare tutte le agenzie erano chiuse. Alla fine otto giorni prima del matrimonio aveva in tasca le chiavi della nostra futura prima casa da sposati: ricordo ancora quando mi chiamo' per dirmi: l'ho trovata, ha una tappezzeria orrenda ma possiamo imbiancarla noi (e cosi' fecimo, nei weekend a quaranta gradi della mia estate passata a studiare dodici ore al giorno per l'esame d'avvocato). Ero davanti all'ascensore al terzo, con Laura, pronte col badge a schizzare verso i nostri epici ritorni a casa.
Cinque solstizi d'estate fa, una quasi ventinovenne si svegliava con due occhiaie cosi' per diventare sposa.
Era una giornata bellissima, caldissima: fu anche lunghissima, col sole che non se ne andava mai a nanna e in qualche modo mentre alle sei di pomeriggio volevo solo svenire di sonno, poi l'energia non mi ha abbandonato fino alle tre del mattino.
I ricordi di piccoli momenti di quel giorno sono grandi quasi come quelli di quel momento li', topico.
Io non ho sorelle, ma ho delle amiche colate in stampi di acciaio pressofuso e ho due genitori davvero molto fuori dal comune.
Quel giorno ognuno ha avuto la sua battuta da lasciare per sempre nella leggenda.
E io rido ancora a pensarci.
Grazie di esserci stati allora come ci siete ancora oggi. Per me e' bellissimo che ogni anno, al solstizio di estate, cosi' tanti di voi mi facciano gli auguri per il nostro anniversario, perche' vuol dire che quel giorno e' rimasto caro anche a voi.
Ps, orfana dei fuochi di San Giovanni torinesi del 24, Varsavia quest'anno mi ha dato l'occasione di festeggiare il solstizio e l'anniversario col mio primo concerto all'aperto con figlie, dalle otto all'una di notte: quattro acts diversi e poi gran finale di fuochi d'artificio, pare piu di 200mila spettatori...di certo sui prati esterni al fronte palco stavamo larghi solo noi e gli altri genitori che siamo arrivati presto e ci siamo apparecchiati con coperte, passeggini, cestino di panini e bibite :-D
Meraviglia ha dormito nel passeggino tutto il tempo, con un paraorecchi mio usato a mo'di cuffia insonorizzante, la Viatrix e' crollata solo verso le due, nel taxi verso casa....
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