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Cipollini camaleonte del ciclismo: le sue maglie più importati

Creato il 22 gennaio 2015 da Scurati @amalamaglia

Mario Cipollini racconta al blog Ama la Maglia quali sono le due maglie più importanti della sua carriera. Ma quella che gli ha segnato la vita per sempre è legata a una persona speciale.

L'incontro con l'ex campione di ciclismo Mario Cipollini al Veledromo del Parco Nord alle porte di Milano per il tour mondiale del trofeo Webb Ellis Cup che premia la squadra vincitrice del Mondiale RWC 2015 di rugby.

Grazie a DHL - che porta in 15 diverse nazioni di tutti i continenti il trofeo della RWC 2015 - si è anche vissuta la sfida tra Cipollini e il rugbista Andrea Lo Cicero denominata Rugby vs World Challenge, un duello inedito tra lo sport ovale e una disciplina molto diffusa a livello locale.

Mario Cipollini: cosa significa la maglia per un ciclista?

Per un ciclista è l'onore più alto, la divisa di appartenenza è un simbolo di cui andare fieri e che dobbiamo vestire con orgoglio. Al pari della bicicletta che è il nostro strumento, la maglia è qualcosa che ti rende riconoscibile e devi essere all'altezza per indossarla.

Qual è la maglia più importante della carriera?

Sicuramente quella della mia prima squadra nel 1989: la Del Tongo. Ma l'emozione più grande è stata vincere il Mondiale e indossare la maglia iridata di campione del mondo a Zolder.

Che emozione ti ha fatto vivere Vincenzo Nibali con la vittoria al Tour de France e la maglia gialla?

E' stata un'emozione fortissima, un onore vedere un ragazzo giovane, e soprattutto un siciliano, conquistare la maglia gialla. Vuol dire che le barriere che c'erano in questo sport stanno finalmente cadendo e come italiani siamo pronti per una nuova stagione di successi.

Mario Cipollini non ha voluto ricordare la sua maglia gialla del Tour de France conquistata nel 1993. E' un ricordo privato che ha raccontato alla rivista "Tuttobici" nel numero 6 del 2005.

A Bibi Ajraghi racconta i suoi esordi in bicicletta e la sarcoidosi polmonare che lo colpì a 14 anni. Lo curò con i farmaci cortisonici il dottor Quilici che gli disse: " Io sono malato di cancro e sto per morire, ma tu ne uscirai più forte di prima e porterai la maglia gialla sulla mia tomba ".

Ecco il racconto di Mario Cipollini: " Ricordo che andai in pellegrinaggio a Castellania con i miei genitori per deporre fiori sulla tomba di Coppi, come per un rito di ringraziamento. Dodici anni dopo, andai a trovare il dottor Qulici e posai sulla sua tomba un mazzo di fiori e una maglia gialla, quella che conquistai al Tour del 1993 ".

Cipollini camaleonte del ciclismo: le sue maglie più importati

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