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Nella crisi di Cipro si inserisce a questo punto la repubblica di Cipro Nord, cioè l'entità costituita nella parte settentrionale dell'isola occupata dalla Turchia nel 1974 e che al momento è riconosciuta internazionalmente solo da Ankara. Il ministro delle Finanze turco-cipriota, Ersin Tatar, ha infatti invitato i russi e gli inglesi che avevano scelto Cipro per i loro investimenti a trovare rifugio fiscale nella parte turca dell'isola. "Cipro greca potrebbe andare in bancarotta”, ha detto Tatar, secondo quanto riporta il quotidiano turco Hurriyet, sostenendo che invece “grazie al supporto della madre patria turca, la Repubblica turca di Cipro Nord è diventata un'oasi di stabilità nel Mediterraneo". L'invito a spostare i conti correnti e i depositi bancari e a fare investimenti immobiliari nell'altra parte dell'isola è naturalmente rivolto a tutto campo, ma indirizzato in particolare ai cittadini russi e a quelli britannici che attualmente si trovano nella repubblica greco-cipriota.
In effetti, prima che la crisi rendesse necessario il salvataggio internazionale, la parte greca poteva offrire una tassazione vantaggiosa a chi prendeva la residenza, apriva attività, comprava casa e depositava nella banche i propri averi. Anche se certe agevolazioni per ora restano e i conti sotto i 100mila euro non verranno colpiti dal prelievo forzoso, tutto il resto del sistema è in discussione. In questa situazione ecco che Cipro Nord si fa avanti offrendo un sistema fiscale competitivo che consente alle società che vi operano a versare in tasse solo il 23,5% delle loro entrate. Certo, la Repubblica di Cipro è territorio dell'Unione europea, mentre Cipro Nord di fatto non esiste. E proprio a causa del mancato riconoscimento internazionale, i collegamenti aerei e marittimi devono per forza passare dalla Turchia. Nonostante ciò, molti stranieri, soprattutto sudditi di Sua Maestà britannica hanno investito nelle lottizzazioni che stanno spuntando sulle bellissime coste del nord dell'isola.
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