Ti lascio il mio cuore,
cuocilo pure quanto vuoi,
nuove lodi annunciano il mio mattino.
Luna, farai il tuo tempo,
continuerai a girare, continuerai a splendere,
continuerai a vegliar su di loro,
che si amano e
si odiano e
infine restano insieme
nel silenzio.
Ho già sentito il tuo freddo,
i tuoi spazi,
dove la luce viaggia al buio.
quante vite ho vissuto lì.
E ad ogni nome un’identità
contribuendo, così, a scacciar la mia.
Quanti inverni imbrigliato in quei rapporti,
cercando l’equilibrio in quei reticoli.
era tutto un ruotare.
Tra Corpi che si attraggono e respingono
giocando l’un l’altro.
Ecco dove t’ho perso, mia Dama,
ai dadi,
sul tavolino c’erano così tanti Soli
che per un attimo ho smarrito il senso
del mio giocare.