Utilizzo la parte conclusiva del secondo brano del libro” Scintille per l’Eternità”, di Massimo Pacini, edito da Editoriale Darsena Savona, per ricordare Clare Torry e la sua isolata performance, in sala di registrazione, con i Pink Floyd.
Era il 1973.
La voce di Clare contenuta in quella registrazione verrà in effetti ascoltata e apprezzata da milioni di persone negli anni a seguire.
Alan Qualcosa è Alan Parsons.
Richard è il tastierista Richard Wright; gli altri tre componenti del gruppo sono il chitarrista David Gilmour, il bassista Roger Waters e il batterista Nick Mason.
I Pink Floyd.
Il brano che Clare contò venne intitolato The Great Gig in the sky (letteralmente “Il Grande Carro nel Cielo”).
L’album uscì con il titolo di “The Dark Side Of The Moon” e fu uno straordinario successo mondiale.
Restò nelle classifiche per 749 settimane (quattordici anni), diventando così l'album con la permanenza in classifica più lunga della storia.
Del disco si conoscono circa 425 edizioni differenti in vinile, stampate in 46 paesi diversi. Con 45 milioni di copie vendute è certamente quello di maggiore successo dei Pink Floyd ed è al terzo posto tra quelli più venduti della storia della musica.
Oltre al suo successo commerciale, si può a ragion veduta affermare che “The Dark Side of the Moon”sia l'album più popolare tra i critici e gli appassionati e appare frequentemente nelle liste dei migliori di tutti i tempi.
Da molti “The Great Gig in the sky” è considerato il brano più bello nella storia della musica degli anni settanta.
Clare, la sconosciuta e indifesa Clare Torry, aveva dato vita a una delle più stupefacenti improvvisazioni della storia musicale.
Ma per più di 30 anni il nome di Clare non figurò, neppure come ringraziamento, sulla copertina dell’album, alimentando, come spesso succede, molte fantasie.
Molti erano pronti a giurare che quella fosse la voce di una cantante di colore dei bassifondi americani; altri addirittura sostenevano che appartenesse a un uomo evirato.
Di Clare non si sa praticamente nulla.
Fu reclutata da Alan Parsons in una scuola londinese e ingaggiata per una sola sessione di registrazione.
Non cantò più con i Pink Floyd che in tutti i loro concerti si fecero affiancare da coriste temporanee o sostituirono la sua voce con strumenti musicali. Ma in nessun modo si ricostruì la magia di quella registrazione.
Clare Torry incise qualche altro brano, ma non ebbe certo il successo che meritava.
Di lei non esistono filmati attendibili, ma solo poche fotografie.
Nel giugno 1990, durante il “Silver Clef Award Winners Show”, in Inghilterra, qualcuno sostiene che Clare Torry cantò nuovamente, dal vivo, con i Pink Floyd “The Great Gig in the Sky”. Qualcun altro però dice di avere le prove che non fosse veramente lei e a oggi non c’è alcuna certezza di questo fatto.
Questa dovrebbe essere la sua ultima uscita pubblica.
Si dice che sia morta di cancro pochi anni dopo.
Certo è che un pool di legali, da lei o dai suoi eredi incaricato, citò in giudizio sia i Pink Floyd sia la EMI per le mancate royalties dovute per “The Great Gig in the Sky”, originariamente accreditata al solo Richard Wright. All’inizio del 2005 l’Alta Corte di Giustizia britannica riconobbe valide le ragioni della cantante e il contributo artistico dato al brano. I legali giunsero a un accordo extragiudiziale con i componenti del gruppo i cui termini economici non vennero mai resi noti.
Oggi è finalmente possibile leggere il nome di Clare Torry sulle copertine delle ristampe del disco.