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“Classic Pursuit” di Giovanni Mariotti

Creato il 12 giugno 2013 da Sulromanzo
Autore: Alessandro PuglisiMer, 12/06/2013 - 11:30

“Classic Pursuit” di Giovanni MariottiLa storia della letteratura è fatta di molte vite: quelle di chi ci finisce dentro, in un modo o in un altro, e anche quelle di chi legge, studia, scopre, a volte subisce, perché no, fatti, opere, date. E così, una serie di “vite di uomini illustri”, rigirate in forma di indovinelli, sono parte di una materia produttiva per un volumetto agile e adatto a far trascorrere piacevolmente alcune ore.

Di questo parliamo, in estrema sintesi, quando parliamo di Classic Pursuit di Giovanni Mariotti, recentemente riedito da et al. nella collana “Economica”.

Mariotti è intellettuale riconosciuto, non tanto per etichetta acquisita, quanto per constatazione dei meriti a lui conferiti sul campo; poliedrico tanto nelle forme espressive utilizzate quanto nelle loro risultanze; da ricordare, almeno, Storia di Matilde, Creso, Storia di Alì, nonché i più recenti Il bene che viene dai morti e L’amore lungo.

Classic Pursuit, invece, che porta un sottotitolo che più deliziosamente icastico non si sarebbe potuto rintracciare, vale a dire 100 quiz difficili per gente che ha letto molto, è dal canto suo un “oggetto culturale” differente: un sadico divertissement, un guanto di sfida lanciato con "disprezzo", una storia raccontata in mille storie diverse, di ogni tempo? Con tutta probabilità, anche il lettore meno accorto potrà rilevare, al suo interno, tracce consistenti di ciascuna di queste cose.

Perseguendo il tentativo di guastare il meno possibile la lettura dell’agile volumetto di Mariotti, che fa del gusto della (ri)scoperta la propria cifra distintiva, se non l’esclusiva, ci limiteremo a fare dei nomi, o sommariamente accennare a determinate descrizioni, senza mai accostare le une alle altre.

La struttura di Classic Pursuit, infatti, può benissimo ricordare quella di un numero qualsiasi de «La settimana enigmistica»: una serie di descrizioni, brevi aneddoti più che altro, e alla fine le “soluzioni”. Veniamo così a conoscenza di visionari in contatto con gli spiriti dei defunti, o personaggi alquanto singolari pedinati da Gesù Cristo, o ancora di ospiti di Alessandro Manzoni e perfino di uno scrittore morto e portato in processione da una carrozza verde adibita al trasporto di ostriche. Se poi andiamo, con maggior curiosità, a scrutare le ultime pagine, realizziamo che in questa “operazione” di stampo giocoso sono coinvolti nomi davvero eccellenti, da Roland Barthes a Lorenzo Da Ponte, da Georges Perec a Senofonte, in un tumultuoso rincorrersi fra i secoli.

Ogni aneddoto/enigma è uno squarcio, in molti casi illuminante, su un’epoca e una temperie culturale ben precise, e in ciò il senso di Mariotti per l’affabulazione fa decisamente la parte del leone.

In quest’ottica, tanto più deliziose risultano le notazioni finali dell’autore, che parla, per Classic Pursuit, di «un semplice gioco», costruito ad hoc per offrire un certo livello di sfida, senza tuttavia perdere in piacevolezza. E, si può dire certamente, l’obiettivo è stato conseguito: se siete alla ricerca di un passatempo che abbia per oggetto la vostra passione per la letteratura e i libri, avete trovato un libro per voi, da leggere e rileggere, col quale innescare confronti e ritrovare somiglianze, corsi e ricorsi.

Perché, alla fine dei conti, e citiamo nuovamente, con coscienza delle numerose risonanze intertestuali, la Nota finale, «gli scrittori non nascono per vivere, ma per scrivere». Per questo Classic Pursuit, come il prodotto di un dispettoso Vasari dei nostri giorni, non è niente altro, niente di più, e del resto non vuole esserlo, di un gioco.

 

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