CLEVELAND – Dopo essere stata liberata da Ariel Castro, Amanda Berry,una delle tre ragazze segregate nella casa degli orrori di Cleveland, ha telefonato al nonno Troy che la stava aspettando da 11 lunghissimi anni chiedendogli se avesse ancora la “sua macchina”.
La telefonata l’ha raccontata il nonno in una commovente intervista. Amanda, l’ultima volta che aveva visto nonno Troy aveva 16 anni. Ora la ragazza ha 27 anni ed un figlio di sei nato nella casa degli orrori. ”Ciao nonno sono Mandy. Hai ancora la mia macchina?” chiede la ragazza al nonno. L’auto in questione è una Chevrolet Monte Carlo del 1986 che l’allora 16enne Amanda amava particolarmente. Il nonno si era ripromesso di insegnare a guidare alla nipote utilizzando quest’auto.
Troy Berry, ha raccontato di aver risposto a Mandy: “No, l’ho data via. Subito dopo ho sentito il silenzio e le ho detto che stavo scherzando. Lei è scoppiate a piangere per la felicità”.
Il nonno di Amanda ha detto che la nipote amava l’auto. Quando da piccola ci saliva chiedeva: ” Nonno, che cosa è questo? A che velocità va?”
“Quando è scomparsa, non avrei mai potuto sbarazzarmi della Chevy – ha aggiunto Troy – Ogni volta che la guardavo, immaginavo la faccia di mia nipote sorridente, seduta al volante. Ora ringrazio Dio che sia tornata di nuovo tra noi. Ora ho intenzione di metterla in moto insieme a lei. Ho tenuto i coprimozzi in casa in modo per evitare che venissero rubati. Ora potrò insegnarle a guidare. Metteremo un seggiolino per il piccolo nel sedile dietro e porteremo anche lui”.
“Mandy – ha spiegato il nonno – ora è felice come un uccello liberato dalla gabbia. Riesce anche a dormire bene. Ogni momento della vita le sembra un dono. Ogni pezzo di pollo, ogni bicchiere d’acqua, ogni piccola cosa. Lei, nella casa di Castro non aveva luce ed ha sofferto la fame”.