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“Cloud Atlas”, ovvero il montaggio delle attrazioni

Creato il 06 febbraio 2013 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Cloud-Atlas

Il trio Wachowski Bros/Tom Tykwer porta il cinema al suo livello più puro ed estremo, unico vero linguaggio, insieme alla letteratura (e non è un caso che il film prenda le mosse dal romanzo omonimo di David Mitchell), capace di condurci – occhi, anima e cuore – a zonzo nel tempo e nello spazio. Tramite il montaggio, che il buon vecchio S.M.Ėjzenštejn capì subito essere la peculiarità intrinseca della settima arte, restiamo estasiati di dove la vita, l’immaginazione, il ricordo e il racconto possano guidarci.

Cloud Atlas è un’opera ipnotica e ipnotizzante, che ci fagocita in un solo boccone lungo 170 velocissimi minuti. Tra corsi e ricorsi della Storia, è assolutamente vincente la sinergia tra Mr. Tykwer e i fratelli Andy e Lana (ex Larry) Wachowski. Pensatori prima che registi. Il primo sin dall’indimenticabile Lola corre ha indagato come ogni sfumatura della vita sia frutto di attimi più, attimi meno. I secondi sono entrati nella storia del cinema con la trilogia di Matrix (ma già dimostrarono coraggio da vendere col film d’esordio, il noir lesbico Bound – Torbido inganno).

Cloud Atlas è qualcosa di unico e irripetibile, mai visto prima. E’ una grande sinfonia di suoni, tempi e colori, un’articolata costellazione di eventi e personaggi, ripetuti incontri in vite diverse ed epoche diverse, tra lettere scritte e diari interrotti, amori vissuti in tempi distanti e vicini tra loro.

Toni e generi diversi vengono mischiati magistralmente: dall’avventuroso in mare aperto alla Master and Commander alla commedia grottesca, dallo storico in epoca tribale al kammerspiel con tanto di pianoforte al futuro fantascientifico in una Neo Seul che amalgama, con personalità, Blade Runner, Tron, Star Wars, Minority Report. Se il cinema è varietà di generi, così lo è la vita e così lo è il lavoro dell’attore (ciascuno interpreta 6 ruoli – e i Wachowski hanno fegato nel dare nuovo smalto anche a Hugh Grant!)

Insomma, un’opera visivamente spettacolare, di abbagliante bellezza, tra la favola e il videogame. Ma soprattutto Cinema, semplicemente e meravigliosamente Cinema, al suo stato più grezzo e sopraffino.


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