– Cosa Quentin? –
– Devi venire tu, capo. –
Selene si alzò dalla branda sospirando, il suo bisogno di avere un po’ d’intimità con Pratt le fece venire in mente una notte di follia su una navetta di trasporto, la prima volta che erano stati insieme, incuranti dei protocolli e di cosa avrebbero potuto dire gli altri scoprendoli. Perché non avete continuato? Si chiese mentre usciva, solo per ritrovarsi uno sguardo palpitante che la studiava dall’ombra del cappuccio.
»»Dottoressa Levkova puoi dedicare un istante del tuo tempo a questo Apprendista?««
Di solito un K’Thor che aveva perso uno scontro verbale con il membro di un’altra scuola non tornava alla carica, anzi si preoccupava di rimettere insieme i cocci e racimolava la reputazione che gli era rimasta pregando che nessuno volesse sfidarlo in un duello.
– Niente duelli, io non sono uno di voi pazzoidi. – si scoprì fin troppo franca.
»»Presupporre che io sia qui per un duello ti rende persino più pericolosa, dottoressa.«« fece notare l’alieno con uno sguardo palpitante di curiosità »Ciò rende ancora più pressante il bisogno di parlare.«
– Avanti. –
»»Come dite voi, dobbiamo parlare in privato.««
Selene sospirò e lanciando uno sguardo a Roman si assicurò che l’uomo rimanesse all’erta – Facciamo due passi? –
Il K’Thor annuì alla maniera umana, scoprendosi il volto e scostando il mantello per portare le lunghe braccia dietro il corpo, nella posizione utilizzata per dimostrare di essere innocuo che adottava ogni Oscuro. Tale comportamento indicava solitamente una tregua nel volersi affermare e se con gli xatrani poteva non essere compreso, tra i K’Thor era pratica comune per poter parlare liberamente »»Dopo di te, dottoressa.««
Selene prese la strada principale diretta verso il cancello per la superficie – T’Taf non credi di aver già dato tante idee ai tuoi uomini oggi? – commentò quando furono abbastanza lontani dalla tenda.
»»Dottoressa potrai nascondere la tua natura a molti, persino ai tuoi colleghi, ma non a degli Oscuri. Anche il più inesperto dei Discepoli riconoscerebbe la tua capacità psionica in mezzo a questa gente. Il mio tentativo di aver ragione di te ha reso la mia leadership più solida.««
Selene fissò l’alieno trattenendo il respiro – La mia capacità psionica non è cosa che ti riguarda, Apprendista. Non è un vanto essere come sono: nel mio lavoro la gente come me finisce per essere la cavia e non il dottore. –
»»Il destino è di chi affronta un duello preparato.««
– Parlare con voi Oscuri fa uscire fuori sempre qualche aneddoto vecchio di milioni di anni. – giudicò Selene ridacchiando – Senza offesa, ma preferirei venire al punto, T’Taf. –
»»Il Maestro Kolovich mi ha mandato qui per comprendere se i tunnel possono essere ripuliti, la Xiria ha impiegato due anni a effettuare la scansione completa delle gallerie. Secondo il Maestro è arrivato il momento di affondare la lama.«« chiarì l’Apprendista senza far palpitare gli occhi.
Selene sapeva della griglia di sensori avanzata che gli uomini della Xiria avevano costruito per mettere fine alle scorribande dei Mutanti, il CAO l’aveva studiata e si era detto d’accordo con la possibilità di utilizzare una tale risorsa a proprio favore. Non di usare la gente che ha pensato di costruirla!
»»L’aiuto di una squadra scientifica potrebbe velocizzare molto le operazioni, il Maestro Kolovich potrebbe essere un ottimo alleato in una simile circostanza.««
– Kolovich non può aiutarmi. –
»»Il Maestro ha agganci potenti.«« sentir chiamare Kolovich con il grado che aveva all’interno del Tempio Oscuro faceva un brutto effetto: un veterano delle guerre che veniva etichettato come Oscuro era la prova che gli alieni non rispettavano l’autorità xatrana, ma solo le loro dannate caste.
– Se stessi cercando alleati sarei già andata a parlare di persona con lui. – tagliò corto Selene, nascondendo la propria menzogna all’Oscuro – Senza offesa Apprendista, ma non abbiamo bisogno di voi per portare a termine l’incarico. –
T’Taf fece palpitare gli occhi un attimo, fermandosi.
– Non è per mancare di rispetto al tuo Capitano o al Tempio Oscuro. – specificò Selene.
»»Il mio compito è difendere, il tuo è scoprire. Le nostre strade sono le stesse e così sono i nostri destini, se lascerai qui la tua scorta xatrana, i miei Discepoli ti accompagneranno.««
Nella cultura K’Thor si trovavano spesso accordi di mutua assistenza, alcuni erano diventate alleanze tradizionali come tra Oscuri e Adepti della Mente, ma la maggior parte di quel tipo di accordi finiva per autodistruggersi per un assassinio o un duello di successione – Così la Xiria avrà il vantaggio di avere una squadra di xenobiologi specializzati a disposizione. – commentò Selene.
»»Accettare metterebbe fine alle pressioni dell’esercito xatrano, avreste l’alternativa della flotta o del Tempio e potrete usare tale forza per far leva su Larsson e il suo tirapiedi.««
Per la prima volta Selene si chiese se stesse parlando con lo stesso K’Thor, ma uno sguardo attento alla pistola nel cinturone dell’alieno confermò che si trattasse dello stesso – Il tuo Capitano ti ha ordinato di collaborare con noi? –
»»I suoi ordini sono di collaborare.««
– Dannazione. – concluse Selene.
»»Imprecare non aiuterà, dottoressa.««
– No? Provaci anche tu, potrebbe piacerti. –
Il K’Thor fece palpitare gli occhi senza dire nulla, ma dalla frequenza Selene comprese quanto fosse frustrato dall’intera faccenda. Solo quando furono di nuovo nei pressi della tenda T’Taf si permise di confessare »»Il mio voto di difendere il Maestro è indissolubile, lui ha proposto la mia nomina ad Apprendista e mi ha assegnato questa missione. Devo a lui il mio nome e il mio titolo. Tu devi accettare, dottoressa. Un mio fallimento non sarebbe onorevole per nessuna delle parti.««
Di bene in meglio, un alieno che ha un debito verso uno xatrano! Sarai fortunata se il tuo capo non ti darà in pasto ai Mutanti, quando tutto questo sarà finito!
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