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Cloud Nine - Tunnel degli orrori (III parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Niemi scese da un pezzo di soffitto caduto, aveva il fucile a tracolla e la bandoliera vuota – Diavolo che bel botto! – – Non gasarti troppo, ci ho quasi rimesso la pelle. – fece notare Selene, poi dandogli una pacca sul braccio aggiunse – Ottimo lavoro. – Larsson non sembrava della stessa idea, lo sguardo che le rivolse era decisamente poco lusinghiero e per qualche ragione che Selene non riuscì a spiegarsi lo trovava tremendamente sensuale – Dovete darmi molte spiegazioni. – – Non siamo scienziati. – ammise Pratt rovistando nello zaino. – Non l’avrei mai detto! Gli scienziati non girano con queste armi. –
La grotta era piombata di nuovo nell’oscurità più totale e nel crollo sia Niemi che Pratt avevano perso i propri visori, quello di Selene era ancora funzionante, ma presentava delle incrinature – HP dimmi che hai un po’ di equipaggiamento di scorta. – – Tre richiami. – ammise Pratt mostrando gli astucci in alluminio – Posso triangolare un rifornimento con Rods per un master e qualche riserva. – – Che roba sono quelli? Sembra che voi siate stati mandati qui per una vera guerra. – Selene annuì in direzione del suo ex, ignorando il Colonnello – Fatelo, ci serve attrezzatura. – – Selene mi stai ascoltando? – gridò Larsson avvicinandosi minaccioso. Gli altri agenti si irrigidirono e Niemi tirò fuori una pistola – Abbiamo le nostre ragioni per non spiegarti nulla, sappi che non ti volevo qui quanto non volevo gli incensati di T’Taf. Puoi decidere se farti uccidere dai Mutanti, farti uccidere da noi, oppure darci una mano. Hai scelto tu di venire, Matias! – L’uomo chinò il capo sospirando – Mi sparereste davvero? – – Preferisci in testa o al cuore? – domandò Niemi puntandogli contro l’arma. – Voi siete pazzi. – Selene lo fissò, Larsson aveva di nuovo quello sguardo e continuava a fissarla quasi a voler sfidare il capo della squadra. Forse era la consapevolezza di essere stata scoperta o il pericolo, ma Selene si sporse per baciarlo, ignorando Pratt e il richiamo della sua mente – Siamo abbastanza pazzi da voler tornare a casa! – Il Colonnello si scostò, nei suoi ricordi Selene ritrovò il sapore delle labbra dell’uomo mescolato a quello della dustroot e gli trasmise proprio quel momento – Cosa avete intenzione di fare? – chiese confuso. – Ammazzare i cattivi. – lo derise Niemi – Che altro? – Pratt era rimasto disgustato dalla reazione di Selene, ma la pericolosità della loro situazione l’aveva spinto a piazzare a terra i tre astucci di alluminio, secondo una logica incomprensibile – Gill sono in posizione. – Rods non si fece attendere e con un sospiro ammise – Ricevuto, triangolazione in corso. Armamento tattico avanzato in arrivo! Mi sono permessa d’inviarvi due unità corazzate classe Gorgon! Niemi e Roman sono tra gli agenti che hanno collaudato il prototipo, sapranno come utilizzarle. – – Gorgon? – gridò Niemi eccitato – Diavolo, ha detto Gorgon? – – Eccolo che gongola come un bambino! – lo derise Pratt ridacchiando – Se sapevo di andare in missione con un fanatico degli armamenti avrei portato più giocattoli! – – Le Gorgon sono dei prototipi, non credo siano pronte per il combattimento. – s’intromise Roman, spegnendo gli animi dell’agente operativo. – Mi interessa sapere se potete guidarle. – fece notare Selene. – Certo che sì, ci ho passato dentro più di duecento ore! – – Anche io. – confermò Roman. – Bene. Vediamo questi nuovi giocattoli, Rods! – Larsson era rimasto in silenzio per tutto il tempo, forse ancora incredulo davanti al comportamento degli agenti segreti o impaurito da ciò che poteva significare la presenza della squadra di Selene nei tunnel. Fu alla vista che delle tute corazzate che sgranò gli occhi, come un bambino a cui viene regalato un nuovo giocattolo – Che diavolo sono questi affari? – Due colossi più alti di un K’Thor erano comparsi nel punto designato, l’aspetto vagamente umanoide era tradito dalle braccia, le quali terminavano in una sorta di ipsilon che Selene identificò come un cannone a energia. Sulla schiena una sorta di gobba inglobava la strumentazione e il computer di bordo. – Unità di fanteria classe Gorgon, progettate per la guerriglia multiruolo. – rispose Niemi, sbloccando il modulo del torso con fare pratico – La rivoluzione è il cannone multifunzione delle braccia: nei test poteva selezionare più di sei armi diverse. – l’agente operativo si infilò nell’apertura con un gesto fluido e con un rapido movimento chiuse il portello di accesso. – Dovrebbe provarli, Colonnello! Sono il futuro delle nostre forze armate. – Il colosso di metallo si attivò, sollevando l’arma – Dannazione Rods, hanno tolto almeno la metà delle armi su questo affare! Non c’è neanche un lanciarazzi! – – Per aumentare il carico di energia disponibile per la missione è stato necessario diminuire la selezione delle armi e le funzioni secondarie. – – Voi agenti di controllo siete sempre i guastafeste della missione! – la derise Niemi con una risata. Selene decise di non richiamare quell’atteggiamento dei suoi uomini, era meglio che fossero tutti di buon umore e pronti ad affrontare i Mutanti. Prese Larsson da parte e gli fece cenno di fumare. – Sei tesa. – – Sai che io e Pratt stavamo insieme? – domandò invece Selene, mentre l’altro accendeva una dustroot, porgendole il bastoncino – Ho un coefficiente psionico superiore a otto, sai che vuol dire? – prese una lunga boccata. Chiudendo gli occhi per godersi quel momento. – Sei una psionica, lo sapevo già. – – Quando mi lego a qualcuno per del tempo la mia mente si collega alla sua, anche se quella relazione non c’è più. – gli porse la dustroot senza distogliere lo sguardo, aspettando una reazione. – Perché mi stai dicendo questo? – – Ti ho detto il mio più grande segreto. – spiegò con una smorfia – Essere sinceri nel mio lavoro non è facile e spesso non conviene affatto. Farlo è sinonimo di amicizia. – – Oppure pensi che moriremo tutti. – comprese Larsson porgendole di nuovo la dustroot. Selene fece un’altra boccata – So che mi piace baciarti e penso che se non fossimo in questo guaio avremmo passato una notte insieme. Accontentati. – Larsson le sorrise, mostrandole ancora il solito sguardo e facendo un’ultima boccata l’attirò a se per un lungo bacio – Perché accontentarsi? –

Cloud Nine - Tunnel degli orrori (III parte)

Fare la spia vi sconvolgerà la mente!


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