Hotel abbandonato in pieno centro a Cortina
Sono passati 30 anni dal primo Vacanze di Natale: con l’occasione, vale la pena visitare Cortina a capodanno. Vacanze di Natale era l’Italia di quegli anni, quando di crisi non ne parlava nessuno e il debito pubblico volava felice sopra le teste dei neonati, oggi senza lavoro. Non a caso, la saga di Vacanze di Natale è tramontata.
ah, l’aria buona di montagna
La montagna a capodanno non è posto per chi ama sport, relax e quant’altro. La tensione è alta, il traffico infernale. Tutti litigano, per qualsiasi cosa. La tua macchina ha quasi urtato mio figlio, non mi hai pulito il vetro mentre facevo benzina e ora chiamo la finanza, mi hai tagliato la strada col tuo gippone (tutte scene viste realmente). Cortina a Capodanno è tutto questo al quadrato. Sciare non è neanche l’attività principale: mentre in qualsiasi posto le piste sono formicai di tutine colorate, a Cortina c’è un po’ di ressa giusto verso mezzogiorno. Dalle 14, piste libere. La differenza la fanno i rifugi: una distesa di sdraie, occupate da gente che da un momento all’altro sembra possa dire l’arcinota “sole, whisky e sei in pole position!”. Il commendator Zampetti, re del salume, qui è ovunque. Si è portato tutta la famiglia, mogli, figlie e tate. Signore sudamericane sorridenti che trascinano cumuli di sci e scarponi da bambino, dietro di loro mamme che interpretano la caricatura di sé stesse. Corso Italia è un posto fuori dal tempo, usando un’espressione cara agli avventori stessi. Quante, delle migliaia di pellicce incontrate qui, dicono la stessa cosa di qualsiasi paesino del centro italia. Guardano vetrine piene di roba improbabile, si salutano con convenevoli rumorosi. La popolazione è divisa a metà tra russi e italiani degli anni ’80. La Russia è la gran novità degli ultimi tempi, quella che tiene gli alberghi ancora pieni. E’ bello vedere i nobili e i grandi (sic) industriali italiani schifarsi per la calata degli ex-sovietici, loro che hanno combattuto in prima linea contro questa ipotesi. Ora è realtà, la Russia conquista l’Italia. La rivoluzione sovietica parte dai luoghi del lusso.
Cortina è Vanzinaland. Invece di Pippo e Baloo ci sono i personaggi di Vacanze di Natale, anche a distanza di 30 anni. I romani che aò, famose sta pista, i nordici che litigano con chiunque. Quel film si scrive da solo, basta buttare un blocco note in mezzo ai tavoli del rifugio. Nobiltà e cafoneria, perché il nobile si differenzia dal poveraccio per il patrimonio. Vanzina questo lo sapeva e ci ha girato sopra una perla della commedia all’italiana, paragonabile ai Fantozzi del decennio precedente.
Come per i grandi luoghi della storia, a Cortina a capodanno dovremmo portarci le scuole in visita. Spiegargli chi sono quei tizi vestiti strani, con ogni tipo di pelo di animale addosso. Fargli capire quale sia la loro capacità di acquisto, spiegargli tutta quella opulenza e far capire ai bimbi che no, a loro non toccherà quel futuro, se non con una probabilità ormai ridicola. Tenere pronta la risposta alla domanda finale:
“Maestra, ma chi gli ha dato tutti questi soldi?”
“Glieli abbiamo dati noi, Giovannino.”